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Bordello mascherato da centro estetico: arrestata una parmigiana e la socia brasiliana

Un giro d’affari da centinaia di migliaia di euro, oltre i 450mila,  un centro massaggi che mascherava un giro di prostituzione: i Carabinieri hanno arrestato una donna parmigiana e una brasiliana.

Le due sono accusate, insieme a una terza persona, indagata a piede libero- di essere le promotrici e le organizzatrici di un’attività finalizzata:

a) ad adibire a casa di prostituzione un centro estetico ubicato in Parma, destinando in modo stabile due locali riservati (c.d. camerini) a luogo di consumazione di rapporti sessuali a pagamento con un numero variabile di ragazze (nel periodo delle investigazioni dirette, almeno cinque);

b) a reclutare le ragazze al fine di farle lavorare presso il centro estetico quali prostitute, sotto la veste formale di massaggiatrici;

c) a favorire (anche pubblicizzando su siti internet specializzati le prestazioni sessuali delle ragazze) e comunque a sfruttare la prostituzione altrui;

con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti di persone legati da rapporti d’impiego e ai danni di più persone.

Le indagini – avviate a marzo 2021 – si innestano su un’altra pregressa attività di indagine nel settore della prostituzione, che ha interessato un night club, consentendo di trarre in arresto quattro soggetti.

Due degli indagati avevano fatto menzione del centro estetico evidenziando come -svolgendosi ivi attività di prostituzione mascherata da attività lecita- si trattasse di un settore nel quale si correvano pochissimi rischi e ciò proprio in quanto meno esposto ai controlli delle forze di polizia. 

Gli accertamenti investigativi partiti sulla base di tale input hanno invece consentito di verificare che, dietro l’esercizio commerciale, si celava in realtà una lucrosa attività illecita, svolta mediante la stabile destinazione di due camerini a luogo di prostituzione, ove erano impiegate una serie di ragazze sudamericane, indicate fittiziamente come massaggiatrici e che invece si prestavano ad incontri sessuali a pagamento.

L’attività investigativa sul centro estetico (nel quale -è opportuno precisarlo- durante il periodo delle indagini, una sia pur minima attività lecita si è comunque svolta) può essere suddivisa in profili distinti: 

Dalla combinazione di questi tre distinti profili sono emersi i gravi indizi di colpevolezza che hanno consentito alla Procura di Parma di avanzare istanza cautelare al GIP, al fine di interrompere un’attività illecita che si è dimostrata molto redditizia.

Durante la fase delle investigazioni, si è avuto modo di consultare la documentazione contabile del centro, per cui si può ragionevolmente supporre che detta attività di prostituzione (mascherata da massaggi) sia stata svolta quanto meno a partire dal gennaio 2019, anno durante il quale sono documentati introiti pari a circa 230.000 €, mentre nel 2020 (anno dello scoppio della pandemia) gli introiti sono stati di poco superiori a 150.000 €; nel periodo gennaio-maggio 2021 gli incassi ammontano ad € 65.000 circa, per un ammontare complessivo -in circa trenta mesi- di € 445.000, somma da cui va detratto l’onorario riconosciuto alle ragazze nella misura di circa il 25-30%, per cui, detraendo detto onorario, resta un profitto, in capo alle indagate, pari a circa € 315.000.

L’ammontare del costo pagato dalla clientela non appare fisso, bensì variabile in funzione del tipo di prestazione offerta.

Le suddette cifre -si ribadisce- si riferiscono agli introiti dell’attività di prostituzione, ben superiori rispetto agli introiti leciti, pari, rispettivamente, ad € 28.000 (anno 2019), € 52.000 (anno 2020), € 20.000 (gennaio-maggio 2021).

La differenza, in termini economici, tra gli introiti da prostituzione e gli introiti da attività lecita induce ad ipotizzare che la prima sia stata il vero core business del centro.

Nel 2021, nel periodo di effettuazione dell’attività investigativa (periodo che, com’è noto, all’inizio è stato caratterizzato da numerose limitazioni a causa della crisi pandemica in atto), sono stati acquisiti indizi relativi ad almeno 140 “incontri”.

Proprio in merito all’emergenza da coronavirus, vi è da sottolineare che a metà marzo sono entrati in vigore i decreti legge con cui veniva disposta la “zona rossa” su tutto il territorio regionale e quindi la contestuale chiusura del centro estetico.  

Orbene è emerso che, durante tale periodo, l’illecita attività sarebbe proseguita, previo allestimento di un appartamento dove convogliare i numerosi clienti che -prendendo spunto dalla pubblicità su internet- continuavano a contattare la struttura per usufruire di prestazioni sessuali a pagamento.

Il GIP ha disposto altresì il sequestro preventivo della porzione di locale adibito alla prostituzione, unitamente alla somma di circa 315.000 euro, provento -come sopra specificato- dell’attività illecita nel settore della prostituzione.