Il meccanico: un mestiere in continua evoluzione

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La realtà che ci circonda è tutt’altro che immobile. Nella nostra relativamente breve esistenza abbiamo assistito a cambiamenti significativi, sintomi di un mondo dinamico e in continua evoluzione. Vale per ogni aspetto della vita, a maggior ragione per il mondo del lavoro, che soprattutto nel nuovo millennio è mutato profondamente.

L’esempio più recente è lo smart working, modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali. Un modo di lavorare nuovo, diverso rispetto al passato ma che si è insediato pian piano e la cui espansione è stata soltanto accelerata dalla recente pandemia.

In generale, è soprattutto lo sviluppo tecnologico ad aver influenzato molti mestieri. Tra questi, e forse sorprendentemente, quello del meccanico è sicuramente uno di quelli che si è evoluto di più negli ultimi anni. Anche in questo caso il ruolo rivestito dalle nuove tecnologie è stato fondamentale. Se tempo fa oltre alle competenze necessarie una buona dose di intuito poteva bastare, oggi non è più così perché la maggior parte delle problematiche è figlia di avarie elettroniche.

Proprio per questo motivo all’inizio del 2018 tutti i meccanici hanno dovuto adeguarsi a quello che è forse il cambiamento più significativo della storia della professione. La legge 224/2012, che prevede la “modifica alla disciplina dell’attività di autoriparazione”, ha di fatto rimosso la professione del meccanico, sostituendola con quella del meccatronico, un professionista che unisce le competenze e le mansioni di un elettrauto e di un meccanico.

Ecco perché al giorno d’oggi qualsiasi lavoratore che si dedichi professionalmente ad attività di autoriparazione deve seguire corsi di aggiornamento su base annuale, per essere sempre informato sulle nuove tecnologie implementate sui modelli di veicoli più recenti.

Considerata la nuova direzione intrapresa dal mestiere del meccanico, sempre più multidimensionale, aprire un’autofficina potrebbe spaventare i più. Prima di sviscerare l’iter burocratico necessario e gli investimenti da effettuare per avviare un progetto di questo tipo è necessario sottolineare come la passione sia un elemento imprescindibile, forse più di prima. Per essere al passo coi tempi è doveroso studiare e tenersi sempre aggiornati, per non parlare del lavoro da svolgere quotidianamente. Senza entusiasmo e voglia di fare, raggiungere risultati soddisfacenti diventerebbe virtualmente impossibile.

Fatta questa premessa doverosa, va detto che il percorso per aprire la propria officina non è immediato. Innanzitutto, per svolgere la professione bisogna completare una scuola professionale per “meccanico riparatore di veicoli a motore”. In seguito, serviranno anche la Partita Iva e l’iscrizione al Registro delle Imprese.

Gli investimenti sono forse il punto più importante dell’intero processo. Se si considerano il locale da rilevare, l’attrezzatura officina da acquistare e gli eventuali costi per il personale, la cifra iniziale potrebbe aggirarsi attorno ai € 100.000.

In particolare, il locale dovrà essere in regola con gli attuali standard per l’impatto acustico e le emissioni nell’atmosfera, e dovrà rispettare tutte le norme di agibilità, sicurezza e igiene.

Insomma, quello del meccanico è un mestiere in continua evoluzione e sempre meno adatto a chi non è disposto ad aggiornarsi quotidianamente. Inoltre, aprire un’officina è un investimento non da poco e che richiede molto lavoro, ma con una dose sufficiente di intraprendenza può essere la strada giusta da seguire.

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