Home Politica Classifica gradimento dei sindaci: Pizzarotti slitta al 97esimo posto

Classifica gradimento dei sindaci: Pizzarotti slitta al 97esimo posto

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Il Sole 24Ore pubblica oggi il Governance Poll con i risultati di gradimento dei sindaci capoluogo e dei governatori delle regione. La graduatoria mette a confronto i risultati del sondaggio commissionato dal giornale economico nel 2021 con i voti ottenuti il giorno dell’elezione.

Federico Pizzarotti perde nuovamente posizioni, collocandosi al 97° posto su 105. Il suo consenso, ora, è del 42,5%, con una perdita del 15,4% rispetto al 57,9 dell’elezione datata 2017. Allontanandolo ancora di più dalle prime posizioni di qualche anno fa. L’anno scorso era 86° con il 49,4%.

In testa si riconferma il sindaco di Bari, Antonio Decaro, con un lieve calo rispetto al risultato elettorale (65 contro 66,03). Al secondo posto Luigi Brugnaro di Venezia, al terzo posto Giorgio Gori di Bergamo e Marco Fioravanti di Ascoli Piceno. Sala (Milano) sotto il 50% di consensi, Raggi (Roma) e Appendino (Torino) al 94° posto.

Luca Zaia e Antonio Decaro si confermano anche nel 2021 gli amministratori locali dal più elevato indice di gradimento in Italia, rispettivamente con il 74% dei consensi per il presidente della Regione Veneto e con il 65% per il sindaco di Bari. Dietro di loro, però, dodici mesi dopo, il quadro dei leader più popolari risulta in forte movimento. Tra i governatori si segnala lo scatto di Stefano Bonaccini (Emilia Romagna, PD) che, con una crescita del 6%, raggiunge quota 60% e scalza dal secondo posto Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia, Lega), il quale tra l’altro deve condividere il terzo gradino del podio con Vincenzo De Luca (Campania, PD) entrambi al 59%; nei top five, al quarto posto il governatore ligure Giovanni Toti (centrodestra) al 56% e al quinto posto Alberto Cirio (Piemonte, centrodestra) al 52,5%.
Tra i sindaci emerge il secondo posto di Luigi Brugnaro (Venezia, centrodestra) al 62% segnando un balzo di +7,9%, seguito al terzo da Giorgio Gori (Bergamo, centrosinistra) ex aequo con Marco Fioravanti (Ascoli Piceno, centrodestra) entrambi al 61% ma con il Sindaco di Bergamo in crescita del 5,7%. Un sondaggio che coglie i trend degli amministratori locali 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia, in una fase che oggi non è più dominata dai contagi e dalla crisi economica, ma dalle prospettive di ripresa di tutte le attività grazie al crescendo della campagna di vaccinazione. Nel caso dei governatori, se il confronto si sposta dal risultato 2020 a quello del giorno di elezione spiccano le performance di Luca Zingaretti (Lazio) che guadagna +10 punti, di Nello Musumeci (Sicilia, +9,2) e dello stesso Bonaccini (+8,6). In ribasso, invece, le quotazioni di Donatella Tesei (Umbria), rispetto sia allo scorso anno sia al giorno delle elezioni.
Il termometro della popolarità dei sindaci evidenzia, nel confronto tra il 2021 e il giorno delle elezioni, due gruppi di situazioni critiche. Il primo è quello dei sindaci delle grandi città del Sud alle prese con conti in dissesto e paralisi amministrative: agli ultimi tre posti della graduatoria delle 105 città capoluogo ci sono infatti Salvo Pogliese (Catania, 30% dei consensi), Luigi De Magistris (Napoli, 35%) e Leoluca Orlando (Palermo, 39%). L’altro fronte traballante è, più in generale, quello delle metropoli: Dario Nardella (Firenze, 57%) e Virginio Merola (Bologna, 54,6%) continuano a cavarsela egregiamente, ma Beppe Sala (Milano) si ferma per la prima volta sotto al 50% occupando un opaco 81° posto (-2,7%), mentre le sindache Cinque Stelle Virginia Raggi (Roma) e Chiara Appendino (Torino) coabitano alla casella numero 94 con il 43% di gradimento, con la Raggi che cala del 24,2% e l’Appendino dell’11,6%. Il logorio amministrativo – come quello di Federico Pizzarotti allontanandolo dalle prime posizioni occupate qualche anno fa – non intacca il favore di Clemente Mastella (Benevento), che arriva alla fine del primo mandato da sindaco con un solido 59,5%. Le difficoltà della vita amministrativa possono essere rapidamente fatali anche per gli outsider: lo dimostra la caduta libera – dal secondo al 22° posto in un solo anno – delle quotazioni di Cateno De Luca (Messina).

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