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Parma, ribaltone Ribalta. “La B? Per vincerla. Mercato? Se ne va chi decide la società”

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Ha un nome che porta speranza: “Ribalta”. Perché al Parma quello che serve è un ribaltone. Il suo italiano è impeccabile, solo il nome, Javier, tradisce un’origine diversa.

40anni, Ribalta è il nuovo direttore dell’area sportiva del Parma. Un profilo internazionale con tanta Italia alle spalle, ma anche Inghilterra e due scudetti in Russia.

Dalla Spagna lo descrivono “vincente, ambizioso, preparato”.

E lui mette in chiaro subito: “Conosco molto bene la serie B. Obiettivo, risalire subito. Progetto giovani? Certo, ma non solo. Da qui si muove solo chi decide la società, nessun capriccio, i contratti si rispettano”.

Sulla durata del suo contratto: “Sufficentemente lungo da non sopportarci più reciprocamente”.

Le sue parole:

Ringrazio il Presidente per l’opportunità, perché per me come ha detto lui – al di là della classifica e dell’annata – il Parma è un grande club. E’ un club che vuole costruire qualcosa di importante. Io penso che sia una grande opportunità per tutti. Ho visto un progetto a lungo termine e per quello ho deciso di sposarlo. Ho girato parecchio come avrete visto dal mio curriculum, ho girato tanti paesi e sono stato in Italia tanti anni. Per me in questo momento è molto importante capire come il club è strutturato,”. E’ questo il pensiero di Javier Ribalta, presentato oggi presso la sala stampa dello Stadio ”Ennio Tardini” come nuovo Managing Director Sport del Parma Calcio 1913.

“Ancora la retrocessione non è avvenuta. Dobbiamo pensare a giocare lunedì, dobbiamo pensare a finire la stagione con dignità per rispetto dei nostri tifosi e per la nostra maglia. Abbiamo il dovere di finire bene. Io sono arrivato dieci giorni fa, sto sfruttando questo tempo per conoscere tutto: giocatori, allenatore, club in generale. Siamo in un momento di valutazione, non posso dire in concreto che cambi verranno fatti per la prossima stagione. Sono appena arrivato, sono stati giorni di conoscenza e sto ancora facendo delle valutazioni, poi è chiaro che più avanti andranno prese delle decisioni”. 

E’ chiaro che bisogna essere realisti e la retrocessione è una possibilità chiara. Adesso per me è un momento di conoscere i valori che abbiamo nel club. Io posso avere in testa come vorrei strutturare il club nella parte sportiva, però devo capire i valori che abbiamo, se sono utili e se possiamo sfruttarli o meno. Oggi abbiamo un allenatore e dobbiamo ancora giocare delle partite, non è giusto che io parli di altre persone che non sono nel club, che potrebbero arrivare oppure no. Per rispetto a loro preferisco conoscerli e valutarli alla fine del campionato”. 

“Non avrei un solo modello di riferimento, perché ogni realtà e ogni club è diverso e non ha senso copiare o provare ad imitare ma ha senso provare a prendere il meglio di tanti. Conosco il mercato europeo ma conosco molto bene anche l’Italia perché sono stato qui nove anni. Conosco molto bene la Serie B, conosco la Serie A. Non vorrei nominare nessun club come riferimento ma è chiaro che da tutti i paesi c’è qualcosa da prendere. Per noi sarebbe più giusto creare, ed è quello che vogliamo fare, un modello nostro. Prendendo appunto le cose positive di tanti club e metterle tutte insieme con le nostre esperienze“. 

In Serie B servono calciatori forti, come in tutte le categorie.E’ chiaro che è un campionato particolare, sappiamo cosa bisogna fare per vincere la Serie B. E’ altrettanto vero che con un club così, una tifoseria così e con il nome Parma hai già tanto di guadagnato. Forse ho visto più partite di B in vita mia che di Serie A. Capisco la domanda e capisco la preoccupazione pure dei tifosi ma, in caso di retrocessione, verrà affrontata con le massime garanzie. Pensiamo, in caso di retrocessione, alla B come un piccolo passo indietro per poi farne altri in avanti. Proveremo, chiaramente, a fare una squadra molto competitiva che non ci condizioni troppo per noi anni successivi e che dunque possiamo usare nel futuro”. 

“Qual è la mia idea di calcio? E’ una buona domanda per l’allenatore – sorride – Vogliamo dare un modello di club dove il calcio attrattivo, offensivo sia una priorità. Non posso parlare di sistemi di gioco o altro perché è una domanda per l’allenatore però noi come club vogliamo dare una questa linea di calcio attrattivo, offensivo, di pressing, senza aver paura di nessuno. Queste sono le grandi linee della nostra idea, poi starà all’allenatore aggiustarle“. 

“Il Settore Giovanile per noi è fondamentale, è molto importante. Sono arrivato da poco ma ho visto che abbiamo fatto grandi investimenti e continueremo a farli, senza alcun dubbio. Quando parlo di una squadra per il futuro, da utilizzare in una categoria o in un’altra, parlo di una squadra con tanti giocatori giovani ma questo non vuol dire che giocheranno solo giovani. Faremo, spero, una squadra competitiva con il giusto mix di entrambi per arrivare a dove vogliamo arrivare. In caso di retrocessione vogliamo tornare al più presto possibile”. 

La linea della Società sarà chiara a prescindere dalla categoria. Non sono i calciatori a decidere se andranno via o meno ma è la Società a decidere, non sarà una porta aperta: ci sono dei contratti da rispettare a prescindere dalla categoria. Che si retroceda o meno cambia poco nel nostro progetto che è a lungo termine. Sarà la Società a dettare la linea e i contratti andranno rispettati, poi anche noi faremo le nostre valutazioni. Ma la categoria non cambia i nostri piani a lungo termine, siamo noi a marcare la linea e non altri”. 

“Io penso che da ogni esperienza negativa bisogna tirare fuori qualcosa di positivo. Non c’ero e non voglio giudicare quanto è stato fatto prima, io penso solamente al futuro ma penso anche che non è tutto da bruciare perché ci sono anche delle cose positive. Bisogna imparare dalle annate negative, dagli errori che tutti commettiamo, e ora bisogna ripartire. Speriamo di ripartire più forti”. 

“Tutte le squadre hanno calciatori giovani e meno giovani. Non penso che il problema del Parma in questa stagione siano stati i giovani anche perché hanno giocato piuttosto poco. Io voglio solamente prendere le cose positive di questa stagione, non sono state decisioni mie e non voglio giudicarle. Vedo dei valori positivi. Ho visto tante partite in cui il Parma vinceva 2-0 e ha pareggiato 2-2, vinceva 3-2 e ha pareggiato all’ultimo minuto. Cagliari, Firenze, Udine, tante. Cosa è successo non lo so perché non c’ero. Chiaramente non è una cosa normale quella che è successa quest’anno. Io voglio prendere qualche spunto positivo che c’è stato per ripartire. E’ chiaro che ne ho parlato con l’allenatore, ma è difficile dare una spiegazione che non sia un fattore mentale per una squadra che perde non so quanti punti negli ultimi minuti. E’ capitato di fare una gara all’altezza di tante altre squadre di Serie A, vincendo 2 o 3-0. Non parliamo di una squadra che perde tutte le partite 2-0, qui parliamo di una squadra che vince, va in vantaggio, fa delle partite di livello per 70-80 minuti e poi ha un momento in cui subisce dei gol. Non so quale spiegazione dare se non quella mentale che va al di là della tattica e delle qualità dei giocatori. E’ un fattore mentale, sarebbero stati tanti punti in più in classifica”.

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