Un ictus si è portato via Fausto Maria Pico, persona molto conosciuta in tutta Fidenza. Aveva 74 anni.
Nato ad Orvieto era approdato a Fidenza con il padre, che era stato Pretore in città, aveva insegnato Filosofia all’Università, era stato segretario del Pci fidentino e membro del direttivo di Anpi.
Stimato intellettuale, era stato autore di saggi e di delicate poesie.
Ti voglio ricordare così con la poesia che ti dedicai tanto tempo fa. Ci sei riuscito a lasciarci tutti a bocca aperta, soprattutto oggi! Arrivederci amico mio.
L’IN_FAUSTO PICO
Fausto
è l’Angelo della Luce
persosi nel labirinto del proprio li(_ngu_)(_gni_)aggio
tra i paradgmi amorosi di un’Alma ferita,
e il suo filo d’arianna intrecciato di spine.
Fausto
è una sinfonia graffiante
scandita a colpi di tosse,
è Beethoven che suona Wagner
con l’orecchio di Mozart,
è tamburo battente che lancia segnali di fumo
spargendo alcool sul fuoco vitale delle proprie opere.
Fausto
è un peccato di presunzione tracannato consapevolmente,
è un povero Cristo sulla croce dei proprio peccati
che vuol che si compia il proprio destino
mostrando orgoglioso le proprie ferite.
Fausto
è l’inganno perfetto a sé stesso
poeta, scrittore e prosatore della propria vita
che avanza fiero con la sua ascia
di parole imbevute di fiele
verso il declino del suo corpo mortale.
Fausto
è il mio Rubayaat che abbraccerà per sempre
il collo di una bottiglia come quello di un ancella
coi profumi d’ambrosia dei suoi versi
che si eleveranno per sempre nel cielo grigio di una Parma
che va a dormire con la buona muffa dei propri salami.
Francesco Carrozzo