Pellè strepitoso, Mihaila assente, Man a corrente alterna: le pagelle di Parma Genoa

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Quando ai punti e ai numeri meriti di vincere ma perdi, viene da pensare che forse non è davvero stagione. E dare i voti a una squadra che doveva uscire con tre punti invece lo fa con due gol, è empirico e faticoso. Bene la coppia centrale, sontuoso Pellè, deludente, stavolta, Mihaila.

Sepe 5,5:  Non è praticamente mai impegnato, i gol sono uno velleitario l’altro un capolavoro che lui può solo intuire. Bene nel dialogo, nella gestione della difesa, quando i compagni si abbassano strilla come un pazzo. Ma quando esce…non la prende mai.

Conti 5:  Uno disgrazia. Czyborra non si vede mai, ma lui pur non dovendo contenere non spinge. Quando entra Pjaca non lo vede mai, e si perde pure Zappacosta.

Osorio 6: Alterna cose sontuose a errori sciocchi. Con Bani pare trovarsi molto bene e rappresenta una coppia centrale solida, ma Scamacca se lo perdono tutti, sul primo gol, lui compreso.

Bani 6:  Annulla Shomurodov e Destro. Ammonito in avvio, non ne soffre mai. Si perde Scamacca appena entrato, mentre cerca di prendergli le misure,  ma l’errore vale un gol. (dal 70′ Gagliolo 5,5: Non ha allenamenti nelle gambe. Entra a freddo e ci capisce poco, ma deve fare pochissimo. Qualche rinvio un po a caso e poco altro).

Pezzella 5: Prende il giallo, diffidato, salterà Benevento. Qualche cross calibrato, ma anche tantissimi errori. Dietro Zappacosta lo fredda in un paio di occasioni, dovrebbe imparare a rinviare senza pietà. (dall’80’ Busi 6: entra bene, prende un paio di falli da arancione e mette un cross col compasso per Man).

Brugman 6: Primo tempo magistrale. Sale in cattedra, copre la difesa, costruisce con grande intelligenza tattica sapendo sempre dove stare per far girare l’ingranaggio Parma. Perin gli nega la gioia del gol. Quando entra Pjaca, non capisce più nulla. (dall’80’ Hernani 6: con il senno di poi, era meglio entrasse prima. Rialza la squadra di qualche metro, ma servirebbe si piazzasse al centro a mettere ordine anziché in esterno).

Kucka 6,5: Facesse il gol a inizio ripresa sarebbe men of the match, ma era quasi impossibile. Solita grinta, solita anima, solita intelligenza tattica. In alcune occasioni difetta di precisioni, ma la sponda per il gol di Pellè è sua.

Kurtic 6: Tanto, tantissimo lavoro oscuro. Copre tantissimo, anche con un paio di anticipi da centrale consumato. Sfiora il gol. Esce arrabbiatissimo e prende a pugni la panchina, vogliamo pensare sia per il risultato e non per se stesso. (dall’80’ Zirkzee 5.5: ha bisogno di imparare la serie A. Meno finezza, più concretezza. La leziosità è meravigliosa, ma se devi segnare e hai poco tempo spesso è inutile. C’è tanta qualità, crescerà).

Karamoh 6: Sembra un pò fru fru, ma in realtà è molto più concreto del solito. Prezioso quando rientra in difesa, corre tanto, svaria e regala qualche tocco di classe come il sombrero a fine primo tempo. (dal 65′ Mihaila 5: chi l’ha visto? corre tanto, ma non tocca un pallone. Incostante, problema di gioventù?).

Pellè 7: Madame e Messieu, di nuovo, Graziano Pellè. Per fortuna che per i più è “venuto a Parma per svernare”, perché fosse venuto per vincere il pallone d’oro cosa farebbe? E’ l’ultimo arrivato, ma guida la squadra come fosse qui da un decennio. E fa un gol s t r e p i t o s o. Prende un sacco di botte, e non molla mai.

Man 5: Corre tantissimo. Non si discutono impegno ne qualità, ma dovrebbe andare con maggiore convinzione su quelle due tre palle perfette. che i compagni gli servono. Cala alla distanza.

D’Aversa 5,5: Con il senno di poi siamo tutti naviganti poeti e…allenatori. Premesso che il Parma ha giocato bene, avrebbe meritato di vincere, ha collezionato occasioni da gol e subito sugli unici due tiri in porta, c’è qualcosa da appuntare sui cambi. Mihaila forse dovrebbe entrare subito, a inizio ripresa, con il Genoa costretto a lasciare spazi più ampi per pareggiare. Quando esce Kurtic, “osa” inserire una punta, forse stanco di essere tacciato di fare i cambi “per ruolo”. Ma in questo caso forse sarebbe servito un uomo d’ordine, non un giovanissimo talento confusionario e inconcludente.

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