Sfruttamento di prostitute cinesi in alcuni appartamenti in città: arrestato 62enne

Gli importi, in base alla prestazione richiesta, variavano tra i 30 ed i 50 €: l'uomo le istruiva su cosa dire, come fare e riscuoteva il denaro

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La Polizia di Stato ha arrestato Marassi Maurizio, 59 anni, indagato per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di giovani donne cinesi appositamente alloggiate presso propri appartamenti a Parma.

Nel gennaio dello scorso anno, agenti della Questura di Parma, dopo un esposto dei condomini di un immobile sito in via Torrente Pelpirana (quartiere Montanara) in cui si segnalava un sospetto via-vai in un appartamento occupato da alcune cittadine cinesi, facevano un controllo, trovandovi all’interno proprio l’uomo insieme a due donne cinesi, una delle quali riusciva a sottrarsi al controllo fuggendo via da una finestra. 

A riscontro della segnalazione in cui si ipotizzava un’attività di prostituzione, si accertava che vari ambienti dell’appartamento erano evidentemente allestiti per la ricezione dei clienti e venivano rinvenute numerose confezioni di preservativi, olii da massaggio e rotoloni di carta assorbente.

All’indomani di questo controllo, l’uomo abbandonava l’appartamento.

Nel successivo mese di giugno, a seguito di un secondo esposto di un gruppo di cittadini, gli agenti della Questura di Parma sono intervenuti presso un appartamento sito in via Malaspina dove, ancora una volta, veniva identificato il Marassi in compagnia di un’altra donna cinese. L’allestimento dell’appartamento non lasciava dubbi sul fatto che anche in questo secondo appartamento venisse esercitata attività di prostituzione.

Gli accertamenti avviati  consentivano di acquisire elementi da cui ricavare che quelle donne esercitassero la prostituzione e di ipotizzare che proprio il Marassi ne fosse l’artefice ed organizzatore.     

Sulla scorta di questi primi esiti investigativi, nel mese di ottobre u.s., la Procura della Repubblica ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione ad avviare attività di intercettazione telefonica delle utenze in uso al Marassi,  e, nel prosieguo, dell’utenza in uso alla giovane cinese rintracciata nel secondo appartamento, detta “Nanà”.

L’ascolto delle conversazioni registrate sul telefono della giovane, immediatamente, ha consentito di riscontrare l’ipotesi che la donna intrattenesse contatti esclusivamente con potenziali clienti interessati a prestazioni sessuali: svariate decine di telefonate di uomini che chiedevano informazioni sulla tipologia di prestazioni offerte, sulle fattezze fisiche e sull’età della donna e, naturalmente, sulle tariffe. 

Gli importi, in base alla prestazione richiesta, variavano tra i 30 ed i 50 € e nel corso dell’intera attività investigativa è stato documentato che la donna ricevesse presso l’appartamento una media di 5/10 clienti al giorno. 

Sull’altro fronte, invece, l’ascolto delle conversazioni registrate sull’utenza in uso al Marassi  ha permesso di documentare che l’intera organizzazione dell’attività di meretricio fosse a lui riconducibile.

Ed infatti, era lui che imponeva le tariffe da applicare ed i tempi di ricezione dei clienti, istruendo la donna su cosa dire nel corso delle conversazioni con questi; era lui che gestiva gli aspetti logistici ed organizzativi, prendendo in locazione gli appartamenti (da ultimo quello di via Malaspina) ed occupandosi della pubblicazione degli annunci sui vari siti internet; era lui, infine, che si appropriava del denaro provento dell’attività di prostituzione, per poi remunerare la giovane.

Significative, in particolare, delle forme di controllo esercitate sulla donna, sono apparse le telefonate che l’uomo faceva sull’utenza della cinese fingendosi cliente, per testare le sue risposte ed eventualmente rimproverarla se non si fosse attenuta esattamente ai suoi dettami.

 

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