Quando Roberto D’Aversa e il Parma si sono lasciati a metà agosto, quasi come un fulmine a ciel sereno, i tifosi del Parma e non solo sono rimasti interdetti. Mancanza di garanzie? Progetto giunto al capolinea? Semplice ricerca di nuovi stimoli? Tante le ipotesi messe in campo che, ad oggi, non hanno ancora avuto una risposta chiara e definita. Il tecnico del triplo salto, che al Parma è ancora legato fino al 2022, da agosto soggiorna nella sua Pescara, in attesa di una nuova chiamata e di un progetto che lo stimoli e che soddisfi le sue richieste.
Ecco dunque il no secco agli egiziani del Pyramids, che pochi giorni fa offrivano un ricco triennale all’ex Lanciano, che ha seccamente rifiutato l’istrionica richiesta. Alla base di questo rifiuto, oltre l’ovvio dubbio legato alla competitività e all’attrazione che può avere il campionato egiziano, anche il richiamo della Serie A, con molti allenatori in bilico e con molte società interessate all’ex tecnico crociato. Dal Crotone che ragiona su Stroppa, alla Fiorentina, che dei ducali sarà prossima avversaria: Iachini è al capolinea, e tra i nomi vagliati, da Sarri a Prandelli, ecco anche quello dell’ex centrocampista.
Ma ci sono ragionamenti da fare, ambo i lati: la Fiorentina, se non riuscisse a chiudere con Sarri, potrebbe puntare su D’Aversa, o altri nomi come Mazzarri e Ballardini, offrendo loro però un contratto a tempo, fino a fine stagione, e poi valutare se proseguire insieme. La dirigenza viola vuole infatti evitare un Iachini-bis, ovvero di rimanere legati ad un allenatore in cui non si crede fino in fondo e rischiare di ritrovarsi nella stessa posizione tra meno di un anno. E dall’altra parte lo stesso D’Aversa ragiona: il tecnico, infatti, accetterebbe solo un contratto pluriennale, con un progetto chiaro e definito. In caso contrario, nessun sì: D’Aversa aspetterebbe un nuovo treno. Che pare sempre dietro l’angolo.
