Costringe a prostituirsi una 26enne minacciandola con una pistola: arrestato 31enne albanese

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L’ha picchiata e minacciata con una pistola alla tempia per costringerla a prostituirsi a Parma. Un 31enne albanese è stato arrestato con l’accusa di aver obbligato una connazionale di 26 anni – in difficoltà economiche e sanza casa – a prostituirsi, anche nella nostra città. Il giovane, dopo aver conquistato la fiducia della ragazza, l’ha avviato alla prostituzione contro la sua volontà, vincendo la sua resistenza con percosse e ripetute minacce, anche mediante l’uso di una pistola che le puntava in più occasione alla tempia.

Le indagini dei finanzieri della Compagnia di Altamura, coordinati dal I Gruppo Bari, su disposizione della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari (Pubblici Ministeri Ettore Cardinali e Iolanda Daniela Chimienti) sono partite dalla denuncia della donna, e hanno portato oggi all’esecuzione di un fermo di indiziato dei delitti di riduzione o mantenimento in schiavitù, diretto allo sfruttamento della prostituzione, detenzione illegale di arma comune da sparo e ricettazione, nei confronti del 31enne.

I guadagni dell’attività di prostituzione anche fino a 400 euro al giorno – hanno ricostruito gli investigatori – venivano consegnati dalla ragazza all’indagato, almeno fino a dicembre 2019, quando la donna decideva di non prostituirsi più e di chiedere aiuto presentando la denuncia alla Guardia di Finanza di Altamura.

Da allora però, il 31enne – che non ha accettato la decisione della giovane – ha iniziato a controllarla ossessivamente, seguendola per scoprire i luoghi che frequentava e le persone incontrate ma aveva cominciato anche a perseguitare un secondo uomo – sempre di origini albanesi e residente ad Altamura – che aveva dato ospitalità alla ragazza.

ll 23 febbraio il 31enne aveva sparato alcuni colpi di pistola sulla porta dell’abitazione dell’uomo, a scopo minaccioso ed intimidatorio; mentre il 27 giugno scorso lo aveva aggredito e colpito con un martello, procurandogli lesioni personali.

Il 31enne deve rispondere anche di altri reati: minaccia aggravata, porto di armi od oggetti atti ad offendere, violazione di domicilio tentata, lesione personale e calunnia – ma le indagini hanno documentato la sua volontà di usare violenza nei confronti dell’uomo che ha ospitato la 26enne, all’omicidio. Diceva infatti che si sarebbe procurato nitrato d’ammonio e che sarebbe poi scappato in Albania.

A seguito dell’esecuzione del fermo, l’indagato è stato messo a disposizione dell’A.G. mediante traduzione presso la Casa Circondariale di Bari e all’esito dell’udienza di convalida, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari, Ilaria Casu, su conforme richiesta della Procura barese, ha convalidato il fermo e applicato nei confronti dell’indagato la misura cautelare della custodia in carcere.

 

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