Dopo il provvedimento di chiusura di cinque giorni per assembramento, deciso dalla polizia di stato e dalla polizia locale alla fine di un controllo effettuato venerdì scorso, i dipendenti del bar Peter Pan di via Farini hanno scritto una lettera al sindaco Federico Pizzarotti.
“Alla luce dei fatti accaduti, noi dipendenti del Peter Pan, consapevoli del grave problema degli assembramenti in questo periodo di pandemia, chiediamo – scrivono nella lettera – aiuto e collaborazione per la gestione in questa difficile situazione. Abbiamo cercato di attenerci fin dalla riapertura del locale a tutti i protocolli e le norme di sicurezza imposte e consigliate dalle autorità.
Durante il giorno e le sere infrasettimanali non abbiamo avuto difficoltà nel gestire le suddette norme, difficoltà è farle rispettare durante le serate nel weekend. Noi abbiamo sempre invitato i clienti a sedersi ai tavoli – continuano i dipendenti nella lettera – ci siamo però purtroppo accorti che molti ragazzi sostavano in piedi nelle vicinanze del nostro locale con consumazioni prese in altri bar: di questo ne abbiamo la certezza perché troviamo nella nostra lavastoviglie bicchieri provenienti da altri esercizi che raccogliamo pulendo la strada alla chiusura. Siamo responsabili anche delle persone assembrate in strada?
Se sì, fino a che distanza dal nostro plateatico? Nel caso ci fossero assembramenti potrebbero intervenire le forze dell’ordine spiegando alle persone che il loro comportamento è inopportuno e pericoloso? Sentendosi monitorate le persone potrebbero modificare e migliorare il loro comportamento». E concludono la lettera: «La situazione secondo noi non si risolve chiudendo un locale, in quanto l’assembramento in strada si sposterebbe semplicemente in altri locali. E, inoltre, alla riapertura il problema sussisterebbe nuovamente.
Alla riapertura del locale cercheremo di prestare ulteriore attenzione al rispetto delle regole chiedendo un aiuto anche da parte vostra nel gestire la situazione. È anche nel nostro interesse, civile ed economico, evitare ulteriori chiusure. Dal momento che 15 persone e le rispettive famiglie dipendano economicamente da questo locale”.