Autismo e batteria: la musica utilizzata come comprensione del mondo

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Che la musica faccia bene al cervello, al cuore, all’anima e alla crescita emotiva e cognitiva, è cosa più che certificata e dimostrata. 

Sempre più scienziati consigliano ai genitori di indirizzare i propri figli all’apprendimento di uno strumento musicale, in quanto lo studio aiuta a sensibilizzare le capacità intellettive e renderli così più svegli, più ragionevoli, più spediti nella comprensione di materie matematiche e più sicuri alla socializzazione di gruppo. Notizia che è ormai di dominio pubblico, la musica  non di rado viene utilizzata anche per fini curativi, lenitivi e terapeutici.

Anche in questo caso, la scienza ha dimostrato che l’utilizzo della musica sia in forma passiva, e con ciò intendiamo la performance di un professionista verso il malato, ma anche in forma attiva, cioè coinvolgere i malati all’utilizzo dello stesso senza tenere troppo conto delle regole e delle tecniche esatte che richiede il particolare strumento, aiuta a migliorare la condizione di malessere fisico e mentale del soggetto. 

Tra gli strumenti benefici utilizzati a fini terapautici verso le persone che necessitano di particolari attenzioni e cure maggiori, ci sono le batterie acustiche. 

Ultimi studi condotti non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti hanno dimostrato come il coinvolgere i bambini affetti da autismo all’utilizzo delle batterie, li aiuti a migliorare la loro condizione di “chiusura” verso il mondo. 

Per chi non lo sapesse l’autismo è un disturbo dello sviluppo neurobiologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente. Questo disturbo può manifestarsi a livelli di gravità diversi anche se in generale i soggetti affetti da autismo mostrano difficoltà in particolare in tre aree ben definite: alterazione dell’interazione sociale, alterazione delle qualità comunicative e comportamenti limitati, stereotipati e ripetitivi.

Il progetto che ha dato dei risultati strabilianti ha coinvolto un gruppo di pazienti autistici i quali sono stati impegnati per due volte a settimana e in un tempo non superiore ai 30 minuti all’utilizzo delle batterie, tenendo conto anche delle capacità dei singoli e impegnandoli in diversi livelli di difficoltà. Questo studio ha dimostrato quanto l’utilizzo delle batterie, ma della musica in generale possiamo dire, abbia migliorato la vita dei piccoli pazienti. 

I risultati hanno dimostrato un netto miglioramento nell’ articolazione del movimento, con una destrezza e un controllo maggiore e più attento. La consapevolezza dei movimenti è riuscita a migliorare anche il livello di concentrazione dei piccoli studenti che hanno registrato dei buoni risultati anche a livello scolastico. E infine, ma non meno importante, anche le relazioni sociali sono migliorate non solo tra pari e all’interno della scuola, ma anche in rapporto ad un ambiente esterno, più grande e meno controllato. 

Tutti questi promettenti benefici hanno confermato, scientificamente, come la batteria aiuta a rilassare, calmare e distendere i bambini affetti dall’autismo e questa condizione di benessere li spinge a migliorarsi e ad approcciarsi con maggiore serenità all’interazione sociale. 

Ancora una volta, la musica ha dimostrato di essere medicina senza effetti collaterali, capace di agire così in profondità e nei meandri più nascosti dell’anima, dove nessun farmaco di ultima generazione spesso arriva. Coadiuvare una cura farmacologica mirata a una cura “musicale”, laddove è possibile, è il programma terapautico migliore!

Alina De Stefano  

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