Covid, oggi in Italia parte il test del vaccino. Entro dicembre la fase 2

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Al via la sperimentazione sull’uomo del vaccino anti-Covid ‘made in Italy’ allo Spallanzani di Roma. Inoculata stamattina la dose al primo volontario. Presenti all’avvio dei test il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato e i vertici dell’Istituto per le malattie infettive della Capitale, eccellenza nella lotta al nuovo coronavirus. Alle 8.30 circa il primo volontario ha ricevuto la dose del vaccino. Il vaccino che sarà sperimentato allo Spallanzani è interamente italiano ed è nato grazie a un protocollo siglato a marzo tra il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il ministro dell’Università e della Ricerca scientifica, Gaetano Manfredi, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’IRCCS.lt Spallanzani;. Per la realizzazione di questo obiettivo sono stanziati 8 milioni di euro, 5 milioni a carico della Regione Lazio, trasferiti allo Spallanzani e 3 milioni a carico del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica. Il vaccino è realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera di Castel Romano.b

“Ho voluto fare questa scelta perchè devo andare all’estero per lavoro, nel Golfo persico”. Così uno dei 90 volontari che stamattina si sono presentati all’istituto Spallanzani di Roma, dove è partita la sperimentazione del primo vaccino italiano anti Covid-19 sull’essere umano. Si tratta di un 50enne romano, che preferisce l’anonimato. “Credo nella scienza italiana”, sottolinea.

Attraverso tecniche sofisticate questo virus, assolutamente innocuo per l’uomo, è stato modificato per azzerarne la capacità di replicazione; successivamente è stato inserito al suo interno il gene della proteina S del SARS-CoV-2, il principale bersaglio degli anticorpi prodotti dall’uomo quando il coronavirus penetra nell’organismo. Una volta iniettato nelle persone, questo virus modificato, o meglio la proteina S che trasporta, provocherà la risposta del sistema immunitario dell’organismo, ovvero la produzione di anticorpi in grado di proteggere dal virus SARS-CoV-2. Altri vaccini basati su vettori adenovirali ricavati dai primati sono già stati valutati in trial clinici di fase 1 e 2 per candidati vaccini di altre malattie infettive, dimostrando di essere sicuri e di generare risposte immunitarie consistenti anche con una singola dose di vaccino. .
Se i primi risultati della fase 1 saranno positivi, entro la fine dell’anno potranno prendere il via le fasi 2 e 3, che saranno condotte su un numero maggiore di volontari anche in paesi dove la circolazione del virus è più attiva. “Orgoglio e speranza – ha sottolineato l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato -. Orgoglio per la scienza italiana a partire dallo Spallanzani e speranza per un vaccino che possa finalmente farci uscire dall’incubo che stiamo vivendo dal 29 gennaio per cui c’è una grande attenzione e anche un grande ottimismo. I tempi di questo vaccino sono tempi tecnici quelli dettati dalla scienza. E anche dal punto di vista clinico di quelli che sono sottoposti al vaccino. I primi risultati arriveranno già tra qualche mese”. Il vaccino GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non-replicativo”, ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Questa proteina è la “chiave” attraverso la quale il coronavirus, legandosi ai recettori ACE2 presenti all’esterno delle cellule polmonari, riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano. La presenza della proteina estranea innesca la risposta del sistema immunitario contro il virus.

“Ci vorranno almeno 24 settimane per completare questa fase alla fine della quale potremmo passare alla fase successiva per la quale ci stiamo già preparando”. Lo ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, a margine dell’avvio della sperimentazione del primo vaccino italiano promosso con un finanziamento della regione Lazio, del ministero dell’Università e della ricerca Scientifica contro il coronavirus. “L’Italia – ha spiegato – con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini. Si tratta di una guerra non per arrivare prima ma per arrivare meglio e mettere i paesi in un sistema di parità senza essere schiavi di nessun altro Stato”. La sperimentazione del vaccino GRAd-COV2, realizzato, prodotto e brevettato dalla società biotecnologica italiana ReiThera, è stata messa a punto da un team di ricercatori e clinici dello Spallanzani in collaborazione con ReiThera, sarà effettuata su novanta volontari suddivisi in due gruppi per età: 45 tra i 18 e i 55 anni, altrettanti di età superiore ai 65 anni. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuna delle quali verrà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. Una parte della sperimentazione sarà effettuata presso il Centro Ricerche Cliniche – Policlinico G.B. Rossi di Verona.

“A noi interessa che il vaccino sia efficace. Se questa prima fase va bene si continuerà con la seconda e la terza fase, che probabilmente faremo in un Paese dell’America Latina dove il virus è in crescita. E se tutto avviene nei tempi programmati, il nostro auspicio è che questo vaccino sia prodotto in primavera”. Così a RaiNews24 il direttore sanitario dell’ospedale Spallanzani di Roma, Francesco Vaia, in merito all’avvio della sperimentazione del vaccino italiano contro il coronavirus.

 

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