Ordinavano Parmigiano Reggiano e altri prodotti, poi pagavano con assegni falsi: arrestati du uomini del parmense

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Contattavano telefonicamente i caseifici del modenese a cui ordinavano ingenti partite di parmigiano reggiano e prodotti caseari vari che poi pagavano con assegni falsi ai titolari durante la consegna che avveniva all’aperto in località ricadenti nella provincia di Reggio Emilia. Per questi motivi i carabinieri delle stazioni di Reggio Emilia Santa Croce e Sestola congiuntamente ai colleghi della compagnia di Pavullo nel Frignano hanno arrestato, in flagranza di reato, un 58enne di Langhirano e un 56enne di Salsomaggiore Terme resisi responsabili del reato di truffa in concorso.

Un’attività, quella congiuntamente condotta dai carabinieri modenese e reggiani, portata a compimento grazie ai sospetti avuti dal titolare dell’ultimo caseificio contattato. In particolare il non aver trattato sul prezzo durante la fase di compravendita e la richiesta di consegna di quanto acquistato su strada con l’indicazione delle modalità di conservazione dei prodotti caseari in maniera non corretta, induceva il titolare di un caseificio di Montecreto ad informare i carabinieri di Sestola. Dopo un appostamento in via Debeli a Reggio Emilia, località indicata per la consegna, alle 9.00 di ieri all’arrivo del casaro con il furgone e dei due acquirenti a bordo di una Fiat Palio i militari sono intervenuti bloccando le parti.

I due avevano in disponibilità un assegno, risultato falso compilato per un importo di 1.270 euro intestato al caseificio in questione. Ma non solo, durante la perquisizione nell’auto dei due, i militari rinvenivano oltre un quintale di parmigiano reggiano e una trentina di chili di altri prodotti caseari risultati proventi di una truffa portata a termine con le stesse modalità mezzora prima, sempre nel reggiano, ai danni di altro caseificio di Polinago. Accertati i fatti e alla luce della flagranza del reato di truffa i due parmigiani sono stati arrestati. Il provento delle tariffe è stato restituito ai due caseifici raggirati mentre i relativi assegni falsi usati nella compravendita sono stati sequestrati.

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