Reggiana in B dopo 21 anni e Franco Tosi in trasmissione sfoggia la Crociata: “Non dirò mai abbasso Parma…”

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INTERVISTA DI LUCA SAVARESE (da www,stadiotardini.it)

La Reggiana di nuovo in B: per Franco Tosi, è una poesia inattesa, un dipinto che aspettava di vedere o il sogno, anzi la realtà di una notte di mezza estate?

Ma innanzitutto un buon pomeriggio a tutti e un saluto! Era inaspettata la promozione: all’inizio della stagione eravamo stati ripescati dalla serie D, si prospettava quindi un campionato con obiettivo Play Off, poi strada facendo ci siamo accorti che Doriano Tosi, il direttore sportivo, aveva messo su una squadra niente male, poi, l’ appetito vien mangiando, si è pensato di lottare per la promozione, quindi il Covid ha interrotto i giochi quando la Reggiana era seconda e poteva giocarsi le sue carte, poi da lì, è storia ormai risaputa, sono iniziati i ecco i Play off ed è andata come doveva andare…”.

Ultima volta in B, Giugno 1999, dove, pur in un finale di stagione con quattro vittorie consecutive – ultima quella contro la Luccese – la squadra, in concomitanza con il successo del Cosenza su un Cesena già salvo, piombò in C…

Si, è proprio così esatto, sono passati ventuno anni, anzi noi diciamo, un secolo fa… Nel secolo scorso, per renderla ancora più eclatante, eravamo in B ed in questo secolo ci siamo ritornati, perché eravamo ancora nel secolo scorso, il 1900, ventuno anni, si, sono troppi”.

Massimiliano Esposito, ieri sulle nostre colonne, ha tracciato un paragone tra la formazione che nel ’94 con un suo gol a San Siro contro il Milan raggiunse la salvezza in A e questa che con un Kargbo bum bum riabbraccia la B, due gruppi, secondo, l’ex bomber, solidissimi: tu, sei d’accordo?

Si, condivido, la sorpresa più che dal gioco e dai risultati, è nata proprio dal gruppo, si è capito subito che era un gruppo affiatato, con un allenatore che faceva di tutto per crearlo questo gruppo. Sai, il calcio è uno sport di gruppo, l’unione e la coesione tra i vari giocatori è elemento determinante, e se non hai quello, non vai da nessuna parte. Il gruppo è stata quindi la nostra arma vincente, anche perché avevamo buonissimi giocatori ma nessuna stella tra i 23 della Reggiana”.

Il salto di categoria, l’approdo in Cadetteria val bene una messa in onda… con la Casacca Crociata, per una promessa, un fioretto?

Allora: dieci anni fa nella trasmissione classica del lunedì sera, arrivò un messaggio, “Tosi cosa sei disposto a fare, anche a presentare con la maglia del Parma, pur di vedere la Reggiana in B?”, “Assolutamente si, pur di andare in B, ci mancherebbe altro”. Poi si è trascinata così col tempo, quasi come una presa in giro. Quest’anno, a ridosso delle ultime gare decisive, mi dicevano “Ricordati la promessa” e nella festa di mercoledì sera, ho ricevuto non meno di duemila, tremila inviti a presentarmi, all’indomani, con la casacca del Parma, e l’ho fatto volentieri. Il calcio è una cosa molto seria però, ogni tanto, qualche ironia–goliardia, ci può stare. Ripeto ho rispettato una promessa, non una scommessa. Ho ricevuto tanti messaggi simpatici, carini, anche da Parma, mi spiace solo, che qualche tifoso del Parma, l’abbia trovato come offensivo, dicendomi: “Non puoi offendere la maglia del Parma”. Ma, ripeto, era un gesto assolutamente simpatico, è un aspetto goliardico, da sfottò da campanile, per l’amor del cielo, figurati se mi permetterei di prendere in giro il Parma, a proposito, come va con lo sceicco?…”

A proposito di Parma la tua voce ha narrato negli anni 70 una decina di gare dei Crociati, compreso lo spareggio vicentino con la Triestina del 1979, con terza rete siglata da Carlo Ancelotti?

Certo, con la seconda rete di fatto propiziata da una deviazione decisiva dell’arbitro (D’Elia, nda), ricordo benissimo, allora non c’era nessuna tv a Parma che seguiva il Parma, ed allora come TeleReggio ci chiamavamo Tr Canale 40, proprio per togliere il Reggio, riprendevamo anche il Parma, mi ricordo anche una telecronaca di un Olbia-Parma, al di là del mio tifo reggiano, in quel momento fatidico dello spareggio, ho cercato di essere professionale e di svolgere al meglio il mio lavoro”.

Oggi hai modo di seguire e magari di simpatizzare per le sorti Crociate?

Ma certo che le seguo le sorti Crociate e sai io ho un modo un po’ strano di essere tifoso: dico forza Reggiana ma non sono di quelli che dicono abbasso Parma, certo dico Forza Reggiana, ma non dico abbasso Sassuolo, puoi capire perché dico Sassuolo… Concepisco il tifo sempre per mai come contro (prospettiva del resto condivisa ampiamente da queste colonne, motivo per cui stiamo aprendo queste finestre sull’altra sponda dell’Enza, ndr). Tifo Reggiana certo e gli altri non mi interessano, ma cerco di non essere mai contro gli altri. Circa sette mesi fa ero a Parma per la presentazione di un avvenimento sportivo, e chiesi a qualche collega parmigiano, se mi vendevano Kulusevski, che non era ancora così straripante e mi risposero “cucu”. Quanto è poi cresciuto questo giocatore, poi avete fatto un campionato sopra le righe, al di qua Dell’Enza, nessuno si aspettava un campionato Crociato così, e poi un giorno che avrete voglia e tempo, mi spiegherete perché ce l’ avete tanto con il non gioco di D’aversa: in fin dei conti, ciò che conta è il risultato…”.

IMG-20200502-WA0055Durante il lockdown, noi di StadioTardini.it abbiamo cercato di esserci sempre, con la rubrica quotidiana, creata dal sottoscritto, Diario di un’Italia in(corona)ta, cercando di andare al di là delle mere vicende sportive: anche voi di TeleTricolore – molto seguiti anche a Parma – al posto dello spazio del quotidianoTtg sportivo, avete dato ampio spazio alla trattazione del Coronavirus con te in studio?

Si abbiamo ovviamente sospeso lo sport ed alle 17 iniziavamo la trasmissione in diretta con gli aggiornamenti sui dati, con il commissario dell’Emilia Romagna Venturi: è stato un momento difficile, la conducevo io e ti assicuro che è più facile fare una telecronaca che parlare di decessi, è stata dura, un impegno notevole, che abbiamo svolto con passione, cuore e cura, tre mesi senza sport, dove apparivano solo notizie di contagi e decessi, un brutto periodo, che ci siamo lasciati alle spalle e speriamo che finisca tutto quanto prima”.

Ma che sapore avrà il nuovo viaggio di questa macchina Reggiana nell’autostrada della serie B?

Sai il problema è che noi questa autostrada, non la conosciamo proprio. Sono passati 21 anni, c’è una generazione intera che non sa neanche cose’ la B, io con tutti gli anni che ho sulle spalle, conoscono la B, la A, la C ed anche la D, grazie all’americano che ci ha fatto fallire. Molti interpreti della promozione, la B, non l’ hanno mai fatta affrontata, ma sono fiducioso, per ora siamo al casello, e speriamo che sia un’ autostrada dritta, ci vuole un po’ di esperienza, in tanto, ci siamo arrivati”. Luca Savarese (da www.stadiotardini.it)

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