Caso Pesci – La libertà di stampa, il dovere di informazione: la replica di Parmapress24 ai Centri Antiviolenza

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I Centri Antiviolenza dell’Emilia Romagna, Giulia Giornaliste e La casa delle Donne si sono indignati per un articolo, uscito su questa testata, che riportava alcune foto inviate dalla vittima del presunto stupro perpetrato da Federico Pesci allo stesso Pesci la sera seguente la notte trascorsa insieme, ed alcuni messaggi scambiati dai due.

Premesso che il giornalista non può, non deve, e quello non era l’intento, sostituirsi a un collegio giudicante; il compito di chi fa informazione è riportare i fatti di cronaca. Compresi quelli scomodi.

Il codice deontologico impone “salva l’essenzialità dell’informazione, il giornalista non fornisce notizie o pubblica immagini o fotografie di soggetti coinvolti in fatti di cronaca lesive della dignità della persona, né si sofferma su dettagli di violenza, a meno che ravvisi la rilevanza sociale della notizia o dell’immagine”.

Le foto, i messaggi, avevano una rilevanza sociale molto forte. Ed erano necessari ai fini informativi: per due anni Federico Pesci è stato dipinto come un mostro, sono finite in prima pagina (comprese quelle di questo giornale, perché fare cronaca questo è, raccontare i fatti) le sue foto, quelle della sua casa e dei giochi erotici utilizzati quella notte. Questa non è stata violenza contro di lui, e contro la ragazza stessa?

Nel momento in cui la Procura ha richiesto una perizia psichiatrica sulla presunta vittima per verificarne l’attendibilità, nel momento in cui emergono dettagli che potrebbero dare un’altra idea di quella notte, è compito della stampa libera e imparziale mostrarle. Nel nome della libertà di informazione stessa.

Questa testata ha sempre stimato le associazioni che si battono per le donne, per la loro tutela e difesa, il direttore stesso è donna, e il lavoro di suddette è ritenuto prezioso e importante. Ma se in questo caso non si trattasse di violenza sessuale?

L’articolo poneva domande, non si sostituiva al giudice, cosa che invece fa chi presenta esposti contro Parmapress24, trattando già Pesci come un colpevole, come fosse già stato condannato. E nemmeno esprimeva giudizi sulla presunta vittima, sostenendo anzi abbia bisogno di sostegno ed aiuto, in ogni caso.

Per dovere di cronaca, aggiungiamo che su richiesta della presunta vittima stessa, era stato concordato un incontro con la direttrice di Parmapress24, che poi la ragazza ha preferito annullare, quando la redazione si è premurata di avvisare la di lei avvocatessa.

Questa vicenda sta rischiando, anziché difendere la vittima, di crearne altre. In primis l’autrice dell’articolo, giudicata, accusata di “prostituzione intellettuale”, di aver “preso dei soldi dal porco o dal suo avvocato” di essere “amica di Pesci” o “attratta dal suo stile di vita lussuoso”. Tutte tesi facilmente smontabili, perché false. Non c’è legame alcuno con Federico Pesci, non è intercorso alcuno scambio di denaro e…volere una vita di lusso con un giornale autofinanziato come lo è Parmapress24 (che alle sue spalle non ha nessuna impresa, nessun finanziatore di categoria, nessun editore di parte) sarebbe una reale follia!

Ancora, accusata di aver espresso giudizi sulla presunta vittima: ma dove? Associazioni che difendono le donne che ne accusano un’altra, senza prima alzare il telefono e chiedere “perchè?”.

Dire che forse non è andata come sempre offende chi?

Non si voleva e vuole fare violenza sulla presunta vittima, essere umano in primis, e donna. Ma solo raccontare l’altra faccia della medaglia, affinché anche chi da anni si batte per la difesa delle donne, possa aiutarla per quelle che sono le sue reali necessità.

 

1 commento

  1. Preg.ma Direttrice, apprezzo moltissimo la sua onestà e rettitudine morale e intellettuale nel raccontare vicende di cronaca con l’obiettivo “asettico” di una telecamera. Per me, questo è VERO GIORNALISMO, ovvero fonte di informazione AUTENTICA, a cui ogni lettore che è alla ricerca verità deve fare riferimento, al fine di formare il suo libero pensiero, scevro da ogni “censura”, “manipolazione” e/o “omissione” su ogni aspetto che presenta la notizia. Ha tutta la mia stima per il delicato lavoro che svolge, e grande solidarietà per le frasi pacificamente ingiuriose di cui è stata vittima, che sono DEGNE di chi le ha proferite.

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