Crac Parma Fc, chiesti sei anni di reclusione per Ghirardi e Leonardi. Nessuna assoluzione

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Stefano De Grandis/lapresseParma 24/02/2015Parma, crisi calcio società Parma fcnella foto:© Stefano Degrandis/LaPresse

Dall’Europa League al fallimento con un buco nero da 218 milioni di euro di debiti. Per quel profondo rosso che costrinse i tifosi del Parma vivere l’onta della D, ma soprattutto lasció strascichi di insoluti e famiglie senza stipendi, la Procura aveva chiesto il rinvio al giudizio per 23 presunti “corresponsabili”.

Già nel luglio 2012, secondo la Procura, il Parma Fc targato Tommaso Ghirardi stava affogando tra i debiti. Ma tra mirabolanti compravendite plusvalenze e falsi in bilancio, il Parma tirò avanti sul campo e fuori.

Fino all’Europa League, l’Irpef non pagato, l’esclusione, il fallimento, nel marzo 2015, con 218 milioni di debito.

Ne seguì un via vai di promesse non mantenute, parole spese al vento, sequestri, umiliazioni. La retrocessione in B, la fine dell’esercizio provvisorio, la serie D.

Di quel profondo rosso la Procura ha individuato 23 responsabili: il patron Tommaso Ghirardi e il plenipotenziario Pietro Leonardi, ma la lunga lista comprende dirigenti, amministratori, sindaci e revisore.

Bancarotta fraudolenta aggravata, bancarotta documentale, truffa e accesso abusivo al credito i reati contestati a vario titolo. Nel febbraio 2019, la chiusura delle indagini.

Oltre un anno dopo, mentre il calcio riparte dopo lo stop causato dal Coronavirus, due anni e un mese dopo il ritorno in A con una cavalcata che ha riscritto la storia, l’udienza preliminare: sono stati chiesti dalla Procura per l’ex ad Pietro Leonardi e l’ex presidente Tommaso Ghirardi sei anni di reclusione.

Nessuna richiesta di assoluzione.

C’è Ermir Kodra, che comprò il Parma per 1 euro, rimanendo in carica un mese scarso. Per lui il PM Paola Dal Monte chiede un anno e 10 mesi. Stessa richiesta per l’ex sindaco Osvaldo Francesco Maria Riccobene e per i consiglieri Roberto Bonzi e Silvia Serena.

Bancarotta fraudolenta aggravata, bancarotta documentale, truffa e accesso abusivo al credito: questi i reati contestati a vario titolo.

Tutti i nomi: Due le posizioni stralciate e per le quali si profila una richiesta di archiviazione: Roberto Giuli e Giuseppe Scalia.

Chiesti 4 anni e 6 mesi per Susanna Ghirardi e Giovanni Schinelli, consiglieri di amministrazione. 

Tre anni e 10 mesi per i sindaci, Mario Bastianon e Francesco Sorlini, e l’ex consigliere Marco Ferrari.

Tre anni e 4 mesi per Diego Penocchio.

Due anni e mezzo per Ottavio Martini e Andrea Zaglio.

Tutte pene alleggerite dalla scelta del rito abbreviato, mentre Marco Preti ha già patteggiato un anno e 6 mesi, pena sospesa.

Arturo Balestrieri, Alberto Rossi, Alberto Volpi,  Corrado Di Taranto, Antonello Preiti, Maurizio Magri, Edoardo Orlandoni e Alessandro Giacomini hanno scelto il rito ordinario: per loro la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Le accuse –  I bilanci sarebbero stati taroccati a partire dal 2010 tramite le plusvalenze.

Un calciatore di valore “X”, ceduto a “X+2”, con una plusvalenza di 2 milioni, iscritti a bilancio tra le entrate. Valori spesso gonfiati: nel giro di cinque stagioni, dal 2009/2010 al 2013/2014, il Parma indica oltre 90 milioni di plusvalenze.

Giocatori comprati e venduti nello stesso giorno solo per tappare buchi di bilancio.

Fino a quell’abisso, un incubo durato il tempo di tornare in serie A.

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