Oltre 40 immobili tra terreni e fabbricati, numerosi autoveicoli intestati a persone fisiche e giuridiche, consistenti disponibilita’ finanziarie, quote societarie e compendi aziendali, imprese estere e conti bancari ubicati in Bulgaria e Romania.
È il patrimonio da 13 milioni che la Direzione investigativa antimafia di Firenze, in raccordo con quella di Bologna, ha sequestrato ai fratelli Sarcone, imprenditori originari della provincia di Crotone residenti nel reggiano, tre dei quali condannati e detenuti come esponenti di spicco della ‘ndrangheta in Emilia.
Si tratta di Nicolino, Gianluigi e Carmine Sarcone (residenti a Bibbiano e ora in carcere), che secondo la sentenza di primo grado del processo Aemilia avrebbero coordinato, come luogotenenti del boss Nicolino Grande Aracri, gli affari illeciti al Nord della cosca Grande Aracri di Cutro. Interessato dalla confisca anche il quarto fratello, Giuseppe Sarcone (residente a Reggio Emilia).
I beni a cui i Carabinieri di Reggio Emilia, Modena e Crotone hanno messo definitivamente i sigilli si trovano nelle province di Reggio, Modena, Parma, Perugia e Crotone.