Colorno, donna incinta di sette mesi costretta a fare gli esami del sangue a Borgotaro

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La sanità si è fermata per diversi mesi a seguito del Covid19. Ritardi purtroppo a causa della pandemia, si sono accumulati nelle erogazioni delle visite mediche, sebbene siano stati sempre garantiti i servizi urgenti. Il gruppo civico Amo – Colorno ritiene indispensabile ripartire dalla salute e quindi indispensabile ricominciare con maggiore celerità ad erogare anche le prestazioni sanitarie non ritenute “urgenti”.

Ad oggi il polo sanitario locale svolge visite ed esami urgenti previa prenotazione telefonica ad un numero verde (e non al CUP). Numero verde sempre difficile da raggiungere, mentre il CUP è rimasto attivo soltanto per il cambio del medico di base. A onor del vero alcuni cittadini stanno ricevendo telefonata dalla casa della salute di Colorno per essere informati della data in cui potranno essere sottoposti alla visita che da tempo era già stata prenotata. Diverse però rimangono le difficoltà anche per chi aveva o ha una prenotazione urgente.

Abbiamo ricevuto segnalazione di una mamma incinta di 7 mesi che dovrebbe svolgere esami del sangue mensili. Esami necessari proprio per il suo stato di gravidanza e prescritti dal suo medico con l’urgenza. Il problema è sorto alla prenotazione, quando si è sentita dire che il posto più vicino per svolgere dei normalissimi esami del sangue, sarebbe stato Borgotaro, Bedonia o Berceto. Una situazione paradossale.

E’ mai possibile che una neo mamma in gravidanza debba recarsi in un luogo così lontano e ad un’ora di strada?… Lo scorso mese la stessa aveva deciso pur di non rinunciare a svolgere il controllo mensile, di farlo a pagamento presso il centro Santa Margherita di Colorno. Esami che gli costarono 150,00 euro, quando in realtà sarebbe esente dal ticket.

Per tali ragioni, al fine di garantire il diritto al salute e in special modo dei più fragili, chiediamo all’AUSL e alla regione Emilia – Romagna di accelerare la ripresa regolare di tutti i servizi ed ove necessario di garantire anche controlli al sabato e se proprio indispensabile per il ritorno alla normalità anche alla domenica. Certo con il Coronavirus non si scherza, ma non dimentichiamoci che non è l’unica malattia da cui occorre difendersi. Si muore anche d’infarto e di altre patologie.

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