Cellino lo licenzia e così Mario resta al Balo…

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(Luca Savarese da www.stadiotardini.it) – Mario Balotelli è stato licenziato dal Brescia attraverso la classica lettera inviatagli dal club, forte delle inadempienze del calciatore in estate accostato al Parma, specie dopo la sua partecipazione al Bodoni di un evento organizzato tra l’altro dalla Fondazione Pizzarotti, cui si riferiscono le foto a corredo di questo articolo (clicca qui per rivedere il video trasmesso in diretta esclusiva da StadioTardini.it). Dopo la ripresa delle sessioni di allenamento in vista dell’imminente ripartenza del campionato, Balo non le ha mai frequentate, rifiutando anche la proposta di rescissione consensuale del contratto. La leonessa è stanca di non vedere quello che, sulla carta, avrebbe dovuto essere il suo leone. Il Corsport così scriveva stanani: “Lo strappo decisivo è avvenuto dopo che Mario ha presentato un certificato medico con la diagnosi di gastroenterite, che non gli avrebbe permesso di partecipare alle ultime sedute di allenamento della squadra”. Quella di Mario, è la storia di una discesa ardita lenta, ma inesorabile, capace di schiacciare sul nascere ogni tentativo di risalita. “Video meliora proboque sed detriora sequor”. balotelli fuoriserieVedo le cose migliori e giuste, ma seguo le peggiori. Diceva Ovidio. Sembra la definizione precisa del dizionario della vita di Mario Balotelli. Quando con la casacca nerazzurra sulle spalle, giovane imberbe, già dettava futebol nelle aree di rigore, con la sfrontatezza del campioncino e le stimmate del predestinato, noi pensavamo in grande. O almeno, i suoi colpi, i suoi tiri, potenti, ci acconsentivano a farlo. Poi i primi segnali di testa, calda. Mario, è giovane, e la personalità non gli manca, sottoscrivevamo. Poi ecco l’Euro 2012, e quel destro in Ucraina a far fuori la Germania. Ci mostrò, statua d’ebano, i suoi muscoli. Erano tempi belli erano, i tempi rosei, di Mario Balotelli. mario balotelli bodoni parmaDai che ce l’ha fa questa volta a sbocciare, ad uscire dal mazzo di quei fiori geniali ma terribilmente ricchi di spine pungenti e sregolate. Sembrava una fiamma, divenne presto, un fuoco di paglia. Il talento, non lo so si discuteva. Ma, quel che strideva, erano le balotellate. Avevano, tutte, un denominatore comune: si ripresentavano, quando, speranzosi, ne tessevano pronti ritorni sulla retta via. Accostato spesso al ducato, non è mai giunto alla destinazione crociata. Brescia, casa sua, sembrava la tappa definitivamente rigenerativa. Tornava a casa, il figliol prodigo, l’aria del focolare, gli servirà. Vuoi mettere le rondinelle, storicamente culla e centro riabilitativo per molti giocatori, vedi Roby Baggio su tutti, erano pronte a regalargli lo stesso habitat. Credevano, con lui, di tornare, al loro primo anno di A dopo diversi di cadetteria, a volare. “Non mi va di rientrare, non mi va di fare il pressing” scherzosamente ma non troppo ebbe a dire in una delle videochiamate nel lockdown con il suo amico Matri. Già, non solo in campo, non gli va di rientrare, di dare una mano, ma forse non balotelli bodoni 01 06 2019l’ha data, in tutti questi anni, nemmeno davvero a sé stesso una mano, credendo che tanto a lui bastassero i suoi piedi. “Non si è mai presentato agli allenamenti sulla piattaforma online e ora fisicamente non è a livello degli altri. Io do tanto, ma pretendo anche tanto”. Questo invece il Diego Lopez pensiero sulle pagine della Gazzetta Dello Sport. Una cosa è certa, Mario, non sparire dalla circolazione, non finire per andare a parlare di calcio in qualche bar sperduto di provincia, attaccato ad un bicchiere di Cuba libre. Il 12 agosto farai trent’anni, l’ultima possibilità per svoltare, per provare ad iniziare a fare il difensore del dono che ti ha dato madre natura e di entrare in gamba tesa su quell’accidia atavica che ti sussurra tanto in fondo ci penso io, tanto posso anche non fare quello che fanno gli altri. Magari non a Brescia ma, altrove, dove vorrai tu, magari un paio d’anni. Sai quanti ragazzini vorrebbero avere il tuo bagaglio tecnico? Magari, anche solo per dirti: “Ho ancora qualche cartuccia da giocarmi”Luca Savarese da www.stadiotardini.it

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