Scatta la protesta dei medici specializzandi in piazza Garibaldi: “Siamo in un limbo di precarietà”

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Hanno lavorato durante i mesi dell’emergenza Covid-19, svolgendo un servizio essenziale per il Servizio Sanitario e per la salute di tutti noi. Due mesi e mezzo nei quali infermieri, medici e sanitari sono stati chiamati eroi per il lavoro che hanno svolto e che ora, ad emergenza quasi terminata, scendono in piazza per rivendicare i loro diritti.

Studentesse e studenti di Medicina, medici specializzandi e corsisti di Medicina Generale di Parma scenderanno in strada, venerdì 29 maggio, alle ore 17 in piazza Garibadi per protestare contro il “limbo di precarietà ed incertezze dovute all’assurdità dell’imbuto formativo, siamo impossibilitati a formarci in modo da rispondere alle esigenze di salute della popolazione”.


LE RAGIONI DELLA PROTESTA
– “Siamo Medici in formazione. Siamo Studentesse e Studenti, neo-abilitati, camici grigi, Medici in formazione specialistica, Corsisti di Medicina Generale. In questi mesi più che mai abbiamo dimostrato il nostro ruolo fondamentale nel Servizio Sanitario Nazionale, il più delle volte senza le adeguate tutele, quasi sempre senza il giusto riconoscimento, talvolta vedendoci pubblicamente denigrare. Siamo medici costretti in un limbo di precarietà ed incertezze dall’assurdità dell’imbuto formativo, impossibilitati a formarci in modo da rispondere alle esigenze di salute della popolazione. Siamo medici in formazione specialistica, indispensabili a riempire i buchi di un sistema ridotto allo stremo da decenni di politiche di definanziamento.

Siamo convinti che la risposta ai problemi che riguardano la salute e la formazione medica non possa derivare che da un’azione unitaria e trasversale. Non siamo più disposti ad accettare soluzioni tampone, incomplete o parziali. Lo stanziamento di contratti aggiuntivi in numero insufficiente a rispondere alle reali esigenze di salute della popolazione non è altro che una pezza parziale e inefficace: la rifiuteremo in ogni modo.

Siamo convinti della necessità di una riforma globale, che riguardi tutta la filiera formativa e lavorativa medica, dai corsi di laurea, alla formazione specialistica e generalista, all’assunzione nel SSN, al ruolo del medico del territorio.

Nella situazione attuale, frutto di oltre un decennio di politiche di austerità e ora segnata da una pandemia mondiale, è necessario rivedere con urgenza la programmazione della formazione medica. Il numero di Contratti di Formazione Specialistica e generalista deve essere adeguato ai fabbisogni di salute della popolazione, soprattutto visti i risultati di anni di tagli alla Sanità: dal 2010 il Servizio Sanitario Nazionale è stato privato di circa 37 mld di Euro. Vorremmo che gli effetti di questa pandemia fossero di lezione al Governo, affinché possa aprire gli occhi e investire nella Sanità, senza fare ricorso ai vincoli di bilancio.

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale universalistico difende quotidianamente il diritto alla salute di tutte e tutti, nonostante l’aziendalizzazione e i decenni di tagli. Pensiamo che per poter agire al di fuori delle logiche di mercato sia necessario avere medici numerosi e formati adeguatamente, con tutele e garanzie per il loro lavoro. Investire e migliorare la formazione medica quindi non è una battaglia esclusiva di noi medici in formazione, ma rappresenta la base per la tutela della salute dei cittadini. Ci teniamo a sottolineare un dato emerso oggi: il 52% dei medici europei è italiano. Sono tutti nostri colleghi emigrati perché le condizioni in cui siamo non gli permettevano o di specializzarsi o di trovare uno sbocco lavorativo soddisfacente. Questo è un numero dietro cui stanno delle persone, dei Medici, che scelgono poi il più delle volte di non tornare. Un numero che deve far riflettere.

Dalle numerose iniziative di confronto svoltesi in questi ultimi mesi fra studentesse e studenti, medici neaobilitati, camici grigi, medici in formazione specialistica ed in medicina generale è emersa la necessità di unirci per organizzare una mobilitazione che abbia come tema centrale una riforma della formazione medica che risolva l’imbuto formativo, riconosca maggiori diritti e tutele ai medici in formazione specialistica e garantisca l’immissione di specialisti nel SSN quanto prima.

Cosa vogliamo?

Chiediamo l’azzeramento dell’imbuto formativo. Chiediamo un rapporto 1:1 tra neolaureati e posti di formazione specialistica o generalistica e rifiuteremo qualsiasi proposta al ribasso. Rifiutiamo qualsiasi possibilità di formazione senza retribuzione. Chiediamo che questa estensione sia finanziata stabilmente per rispondere al fabbisogno di salute della popolazione e non ad esigenze di bilancio, allargando la formazione alle realtà del territorio attraverso rotazioni fra ospedali universitari e periferici, in modo da mantenere un adeguato rapporto tra medici in formazione e strutture di formazione. Chiediamo, inoltre, che vengano riviste le modalità concorsuali per l’accesso alle specializzazioni mediche.

Chiediamo una vera evoluzione del contratto del medico in formazione specialistica, con il riconoscimento e la retribuzione di guardie e straordinari e l’introduzione di forme contrattuali di formazione lavoro nelle forme più opportune e adatte a tutelare la qualità della formazione, ma allo stesso tempo che permettano la tutela della responsabilità professionale e i diritti di un professionista in formazione”.

Chiediamo la garanzia di una formazione di qualità, uniforme fra tutte le scuole, rispettando la possibilità di rotazioni previste nel tronco comune e nella rete formativa nonché assicurando la formazione frontale prevista. Chiediamo una certificazione della graduale assunzione di competenze, inquadrata in un percorso formativo definito e non assoggettabile alle esigenze delle aziende ospedaliere, che ci consenta di assumerci formalmente le responsabilità che già ci assumiamo informalmente. Chiediamo che in ogni sede venga garantita una rappresentanza degli specializzandi che abbia voce per intervenire attivamente sui contenuti e sui metodi della nostra formazione.

? Chiediamo che venga riconosciuta la centralità della medicina sul territorio, realtà che si assume la cura della persona nella sua totalità e globalità. Chiediamo che venga garantito ai futuri Medici di Medicina Generale un percorso formativo di qualità, nel quale venga valorizzata l’importanza di una gestione globale e proattiva dei pazienti, e tutele pari a quelle dei colleghi in formazione specialistica.

Mobilitarci, in ogni modo possibile, sfruttando tutte le modalità esistenti, fisiche e virtuali. In questi giorni verificheremo le varie possibilità che abbiamo per scendere in piazza con le Autorità competenti, così da evitare di mettere a rischio la riuscita della nostra protesta. Ci siamo posti una data, il 29 Maggio. Partiamo da qui. Sia ben chiaro però che non ci fermeremo col dare una data: da oggi inizia una Mobilitazione Permanente. Costruiremo una catena di segnali alla politica giorno dopo giorno. Il 29 Maggio sarà un punto d’arrivo. Noi, tutte e tutti insieme, ci coordineremo per lanciare dei segnali forti alla Politica che ci siamo, che esistiamo, che non lasceremo correre. È il momento di essere uniti, saldi verso un’azione che ponga una prospettiva più ampia del solo aumento dei contratti, verso un’evoluzione culturale della figura del Medico in formazione. Per la salvaguardia del nostro lavoro e del servizio sanitario nazionale. Vogliamo tutto, lo vogliamo adesso. La salute non è in vendita. Noi non ci fermeremo”.

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