Nuovo padiglione del carcere, i sindacati degli agenti: ‘Manca il livello minimo di sicurezza’

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“La preoccupazione è per la totale assenza dei dovuti requisiti in grado di assicurare alla struttura il rispetto dei livelli minimi di sicurezza che, a fronte degli attuali numeri, risulta assolutamente impossibile garantire”. E’ così che le organizzazioni sindacali rappresentative del Corpo di Polizia Penitenziaria commentano l’imminente apertura del nuovo padiglione della Casa Circondariale di Parma che dovrebbe ospitare 200 detenuti.

“Le piante organiche di cui al decreto Madia del 2017 prevedevano un organico composto da 313 agenti/assistenti, 76 Sovrintendenti, 65 Ispettori e 4 Commissari. Oggi, in barba alle previsioni ministeriali, in organico ci sono 349 agenti/assistenti, 3 Sovrintendenti, 18 Ispettori e 3 Commissari. Occorre, per di più, precisare che dai 349 agenti/assistenti, vanno sottratti quelli in forza al GOM che, artificiosamente, vengono conteggiati nell’organico complessivo – scrivono in una nota congiunta- L’apertura di un nuovo padiglione richiede l’inevitabile invio di nuovo personale, fermo restando che dall’ultimo corso di formazione sono stati assegnati alla struttura 17 nuovi agenti ma in partenza (mobilità ordinaria) ce ne sono ben 20. A fronte di questi dati, la Casa Circondariale di Parma, registra una carenza di oltre 100 unità di personale, di cui almeno 50 nel ruolo agenti/assistenti”.

Si parla poi dello ” stato fatiscente in cui versano la maggior parte delle camere, che non appaiono in condizione tale da essere assegnate al personale di Polizia Penitenziaria fino a quando non saranno definiti i lavori mai iniziai di circa 30 stanze. Ed in presenza di un organico non in grado di assicurare il rispetto dei livelli minimi di sicurezza, con un’Amministrazione che non ha considerato la necessità di rivedere le piante organiche non più attuali, l’apertura di un nuovo padiglione detentivo appare illogica ed irrazionale, tutto a discapito del personale di Polizia Penitenziaria che denuncia uno stato di abbandono nel segno della più bieca ed egoistica soluzione “dell’arrangiarsi da solo”.

“Sollecitiamo  – continuano  -l’Amministrazione Penitenziaria a sospendere con estrema urgenza provvedimenti di apertura, interagendo direttamente con il Ministero della Giustizia, al fine di focalizzare le forti carenze descritte. In presenza di iniziative unilaterali, senza il preventivo confronto con i sindacati. (come avviene, indebitamente ed in maniera irriverente da svariati mesi su temi soggetti al confronto con la Parte Sindacale anche per altri Istituti del distretto), si resta in attesa di impellenti comunicazioni; contrariamente si darà seguito ad iniziative e manifestazioni di protesta collettiva”.

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