Rete diritti in casa – “A Fidenza prove tecniche di fase 2: lo sfratto di una famiglia”

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“Una famiglia composta dai genitori e tre figli minori, il più piccolo dei quali di soli 3 anni, è stata fatta uscire senza soluzioni alternative accettabili dall’alloggio di emergenza (un residence) in cui era stata fatta entrare dopo lo sfratto e qui tenuta durante la prima fase dell’emergenza Coronavirus.
La cacciata dalla soluzione di emergenza di questa mattina avviene nonostante perduri in modo pesante l’emergenza sanitaria derivante dal coronavirus. La famiglia viene esposta a pericolo di contagio, e sarà costretta a vagare per le strade.
La busta paga dell’unico genitore che lavora non basta certo a pagare un affitto privato o la permanenza in un albergo. Il tanto raccomandato “restiamo a casa” non viene garantito. Pensiamo che si tratti di un gravissimo caso di violazione del diritto di ogni persona alla salute e di tutela della vita di ogni essere umano, con l’aggravante che sono coinvolti anche dei minori” – dice la Rete diritti in casa, in merito a uno sfratto avvenuto a Fidenza. 
“L’amministrazione presuntamente progressista di Fidenza è colpevole di una gestione incomprensibile del caso sociale di cui stiamo parlando. La famiglia era assegnataria di una casa popolare a Fidenza. In una fase di difficoltà economica è subentrata una morosità che però la famiglia, in seguito alla definizione di un piano di rientro con rateizzazione del debito, stava recuperando.
Abbiamo prova dei pagamenti effettuati per recuperare la morosità, che ammontano a quasi la metà del debito. Nonostante ciò Acer e il Comune di Fidenza hanno voluto procedere con lo sfratto, nonostante ci fosse la prospettiva del pagamento di tutto il debito pregresso da parte della famiglia ben sapendo che per la famiglia è impossibile riuscire a trovare una casa sul mercato privato. Così facendo l’accoglienza nel residence per oltre tre mesi ha comportato esborsi a carico della collettività ben superiori al debito residuo della famiglia creando, dopo la cacciata dal residence della famiglia, una è grave e rischiosa situazione per la famiglia.
Non si può pensare di risolvere il problema della carenza di alloggi Erp scatenando la guerra tra i bisognosi, anche perché con la politica degli sfratti i problemi permangono. Così mentre gli sfratti a livello nazionale sono sospesi fino a settembre, a Fidenza si caccia una famiglia in strada in piena emergenza sanitaria Subito un alloggio a canone sociale per questa famiglia. Progetti di sviluppo dell’edilizia popolare anche requisendo i troppi alloggi anche privati vuoti e acquisendo al patrimonio Erp gli edifici pubblici abbandonati, come la casa cantoniera sulla strada Fidenza-Salso, sgomberata dopo l’occupazione di famiglie bisognose e lasciata a marcire vuota e inutilizzata.
Blocco degli sfratti e dei distacchi per le famiglie in difficoltà nei pagamenti. La casa non deve più essere una occasione di speculazione ma un diritto inalienabile e universale. Comune di Fidenza: vergogna”.

 

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