Faggiano e D’Aversa, futuro? “A Parma stiamo facendo un percorso importante, voglia di tornare presto al lavoro”

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Rilassato, sorridente, in camicia, Roberto D’Aversa è intervenuto dal suo buen ritiro pescarese ai microfoni di Sky.

In collegamento anche Daniele Faggiano: tanti i temi trattati.

Sul futuro – “In questo momento pensare al futuro è difficile, si cerca di ragionare sul presente. Ora ci si concentra solo sull’eventualità di terminare il campionato, quindi l’ultimo dei miei pensieri in questo momento è il futuro. Mi auguro di riprendere il prima possibile nella città e nella squadra in cui si sta facendo un percorso importante”.

Se un allenatore sapesse già di cambiare squadra, la programmazione del club sarebbe compromessa.
“È comunque impossibile programmare sul nulla. Si va avanti per ipotesi. Prima di ricominciare ci vorrà del tempo: prima di iniziare, la situazione dev’essere di sicurezza

L’esperienza da direttore dell’area tecnica a Lanciano – “Negli ultimi anni della mia carriera, ho fatto una scelta di vita: Lanciano mi permetteva di giocare, facendo avanti e dietro tutti i giorni, è a mezz’ora di distanza da Pescara. Dirò sempre grazie a Luca Leone, che recentemente ha perso il papà per il Coronavirus: lo saluto e lo abbraccio. Grazie alla famiglia Maio, inizialmente ho potuto fare da collante tra la società e la squadra. Quegli anni mi sono serviti per ottenere il rispetto dei miei compagni, cosa che mi è tornata molto utile quando ho deciso di fare l’allenatore. In quell’anno ho capito che mi mancavano il campo e lo spogliatoio, da li la decisione di allenare”.

Da giocatore a allenatore – “Il fatto di aver giocato in mezzo al campo penso abbia contato molto. Il carattere che avevo fuori dal campo è stato più un difetto che un pregio, mi ha portato ad arrivare in A a 27 anni: se fossi maturato prima, forse avrei fatto una carriera diversa. Ricordo una telefonata di Perinetti, che mi ha detto che non si aspettava che diventassi allenatore:  una cosa è fare il giocatore ed essere fumantini, un’altra è fare l’allenatore ed essere responsabili di un gruppo. L’anno da dirigente a Lanciano mi è servito tanto”.

L’esultanza più sentita – “Negli ultimi anni ce ne sono state diverse. Mi vengono in mente la gara dell’anno scorso con la Fiorentina, ma anche il 3-3 con la Juventus. Contro il Pordenone sono arrivato fin sotto la curva. L’esultanza è un momento importante”.

La gioia più grande – “Credo la salvezza dell’anno scorso. Con la Fiorentina ci mancavano tutti gli attaccanti, per provare a sbloccare la partita ho inserito Matteo Scozzarella, che era addirittura il giocatore più offensivo che avevo a disposizione”.


Il nuovo acquisto di quest’anno che ha impressionato di più. “
Kulusevski. Fino all’anno scorso giocava in Primavera, ora ha tutti i numeri per essere titolare da subito alla Juve”.

I meriti dei successi del Parma –  “Il direttore lo conoscete benissimo, non potrei mai dire che il merito è mio. Scherzi a parte, per raggiungere degli obiettivi è fondamentale avere alle spalle una società come la nostra. I meriti vanno divisi in parti uguali tra tutti”.

Al di là delle caratteristiche del Parma,  la vera idea di gioco – “Da quando alleno, la squadra gioca sempre in maniera diversa. L’allenatore deve adattarsi alla squadra che ha a disposizione. Noi abbiamo iniziato il campionato dell’anno scorso con diversi ragazzi che avevo in Lega Pro e B. Il direttore è stato bravo a inserire in quel contesto giocatori di categoria come Gervinho, Inglese e Bruno Alves. Quest’anno c’è più qualità e il gioco è sicuramente migliorato. Col Cagliari, in casa, abbiamo fatto il 60% di possesso palla, eppure abbiamo perso… I numeri lasciano il tempo che trovano”.

Il rapporto con Faggiano – “Tante volte ci scontriamo in ufficio. Ma la cosa più importante è il bel rapporto che abbiamo, questo è uno degli aspetti che secondo me ha portato dei risultati al Parma. Questo non significa che non ci sono delle discussioni, anzi”.

Ed eccolo allora, Daniele Faggiano. 

“Il mister sa bene quanto tengo a lui, spero vada sempre più avanti e faccia bene: vorrà dire che il Parma non ha sbagliato le proprie scelte. Lui è il primo ad arrivare al campo e l’ultimo a lasciarlo: è sempre molto vicino ai giocatori e allo staff tecnico”.

Su Giovinco come “nuovo” Kulusevski – “Vedremo. L’unica certezza è che Kulusevski non sarà più nostro”.

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