Coronavirus – Approvato il decreto con nuove sanzioni. Multe da 400 a 3.000 euro a chi non rispetta i divieti

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che introduce sanzioni più dure per chi viola le norme anti contagio da Coronavirus e uniforma il quadro normativo. Lo si apprende a Cdm ancora in corso. 

«Abbiamo tratto veloce consapevolezza della gravità della situazione e ci siamo mossi rapidamente per contenere il più possibile la diffusione del contagio del virus. Abbiamo preso decisioni politiche dolorose sulla base di indicazioni scientifiche, e adesso molti altri Paesi stanno seguendo l’Italian way». Lo scrive il premier Giuseppe Conte in una lettera al quotidiano America Oggi, rivolta alla comunità italiana che vive negli Stati Uniti d’America.

“Il decreto legge che abbiamo approvato riordina quanto abbiamo deciso ultimamente – ha spiegato Conte in conferenza stampa – con lo strumento dei Dpcm, che è uno strumento flessibile che ci consente di dosare le misure di prevenzione del rischio. Abbiamo regolamentato più puntualmente i rapporti fra il governo e il parlamento. Ogni iniziativa governativa viene trasmessa ai presidenti delle camere: io riferirò ogni 15 giorni sulle misure adottate al parlamento, così che possa essere edotto sulle misure adottate e sugli strumenti del governo per contenere gli effetti del virus. Abbiamo regolamentato anche i rapporti tra gli interventi del governo e le regioni.

I presidenti delle regioni possono adottare anche provvedimenti restrittivi più severi se lo ritengono ma resta la funzione di coordinamento e di omogeneità a livello nazionale.

Infine a livello sanzionatorio abbiamo introdotto una multa con il pagamento da 400 a 3.000 euro per chi non rispetta le misure adottate. Si è creato un dibattito sul fatto che l’emergenza sarebbe stata prorogata al 31 luglio 2020. Non c’è nulla di vero. Assolutamente no. Lo stato di emergenza nazionale è stato proclamato un attimo dopo che l’Oms ha proclamato la pandemia per uno spazio di 6 mesi ma questo non vuol dire che le misure restrittive saranno prorogate fino al 31 luglio. Noi allenteremo la morsa non appena potremo farlo e siamo fiduciosi di poterlo fare ben prima di questa scadenza. Sono convinto che questa prova durissima che stiamo affrontando ci renderà migliori”.

Per quanto riguarda le multe Conte ha spiegato che “se l’infrazione viene commessa alla guida di un auto la multa viene aumentata di un terzo ma non c’è il fermo amministrativo del mezzo”.

Alla domanda su un eventuale sciopero, Conte ha risposto: “I sindacati sanno che la mia porta così come quelle dei ministri sono sempre aperte. Lavoro con loro e continuerò ad incontrarli. Voglio sentire le istanze dei rappresentanti delle categorie ma la responsabilità delle decisioni spetta sempre al governo. E’ questo il periodo del confronto, che è ancora più serrato in questi giorni. Dobbiamo considerare che ogni attività produttiva ha una sua filiera indispensabile. Detto questo mi auguro che non ci sia nessuno sciopero perché l’Italia in questo momento non se lo può permettere. La filiera alimentare e il rifornimento del carburante saranno assolutamente garantiti”.

In caso di sciopero il governo potrebbe precettare i lavoratori? “Sono convinto che non arriveremo a questo – ha risposto Conte – fermo restando che dobbiamo assicurare sicurezza nel mondo del lavoro. Detto questo il ministro De Micheli adotterà un’ordinanza che regolerà l’orario dei rifornimenti per venire incontro ad alcune istanze. E’ chiaro che dobbiamo presidiare in tutti i modi le attività ritenute essenziali”.

A Conte viene chiesto se il governo pensa di tracciare con delle app i movimenti delle persone: “E’ difficile avere un numero esatto dei contagiati asintomatici ma su questo aspetto io non mi pronuncio. Fin qui ho sempre seguito le indicazioni del comitato tecnico scientifico, sposando le loro indicazioni. Quando ci hanno suggerito un modo di procedere per contrastare il contagio non abbiamo mai disatteso le loro indicazioni e non cambieremo la nostra modalità adesso. Abbiamo una linea di massimo rigore e massima trasparenza. Gli italiani sono amanti della loro libertà e sarebbe stato impensabile non abbracciare da subito la linea della trasparenza e della chiarezza”.

Si è pensato di accentrare i poteri delle regioni nelle mani del governo? Non era possibile chiedere ai governatori di rinunciare al loro potere? “Dal primo giorno abbiamo curato i rapporti con i governatori in modo costante. Credo che questa sia la modalità migliore. Non è pensabile un intervento autoritativo oggi da parte dello stato centrale. Primo perché ritengo preferibile la strada della collaborazione, poi perché siccome la competenza della sanità è in mano delle regioni, avocare questa competenza nelle mani dello stato sarebbe qualcosa di poco funzionale”.

Pensa di inviare l’esercito laddove le restrizioni non vengano rispettate? “Stiamo già usando l’esercito: pensiamo al personale medico militare. Ci sono  unità che si trasferiscono a seconda delle necessità. Lo stiamo utilizzando riconvertendo i militari delle operazioni strade sicure. Ma le forze dell’ordine stanno già facendo tantissimi controlli e ora con una multa molto più onerosa abbiamo tutti gli strumenti per poter operare. Ma la tenuta dell’ordine pubblico non deve essere affidata alla militarizzazione delle città”.

 

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