Parma, ripresa degli allenamenti a data destinarsi: ritorno in campo sempre più lontano

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La ripresa della serie A sembra sempre più lontana. Premesso che è ovviamente l’ultimo dei problemi ad oggi per i comuni mortali, mentre è una grana economica e atletica non piccola per società, gestori dei diritti tv, ma anche tifosi, che, tra un tracollo economico e il lavoro in bilico, pensando alla normalità, immaginano di poter tornare nelle loro curve a tifare la squadra del cuore.

A conferma della situazione di grande dubbio che vive la serie A, il Parma ha comunicato che la ripresa degli allenamenti è rinviata a data da destinarsi:  «Il Parma Calcio 1913 comunica che gli allenamenti della prima squadra rimarranno sospesi fino a data da destinarsi».

Ma la decisione del Parma non coglie impreparati. Già alcune dichiarazioni fortissime rilasciate da Massimo Cellino all’amico Ivan Zazzeroni, sul Corriere dello Sport di domenica, lasciavano intendere una ripresa sicuramente non vicina.

“Ma quale ripresa! Ma quale stagione da concludere! Io penso all’anno prossimo, al 2020/21, solo a quello. La coppa, lo scudetto…Lotito lo vuole, se lo prenda. E’ convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea“ – ha detto il presidente del Brescia.

“C’è molto, molto di più di quello che si vede in televisione. Non bisogna pensare a quando si ricomincia ma a se si sopravvive. E se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Questa è la peste. Serve realismo signori”.

E ancora, su stipendi e diritti tv:“E’ un terzo del campionato. La stagione è andata. Se qualcuno vuole lo scudetto se lo prenda. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi e ce lo meritiamo, io per primo. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a chi sta morendo. Il calcio è un’azienda che occupa tante persone, ma è anche in grado di superare la crisi”.

Della stessa opinione Urbano Cairo, che ha usato parole più soft, ma uguali contenuti, su La Stampa:  “C’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio. Non è il momento. 

Dire “la mia regione non ha problemi” con una situazione così in evoluzione è una frase infelice. Poi esplode il virus a Fondi e allora. De Laurentiis e Lotito dicono che la settimana prossima faranno allenare le loro squadre: è proprio necessario scendere già in campo? Intanto ci sono almeno 16 società che non la pensano così”.

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