Coronavirus – Un altro morto alla Casa di Riposo di Sissa. In totale è morto il 15% degli anziani, 10 su 60 ospiti

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Coronavirus: un altro morto alla Casa di Riposo di Sissa.
In totale è morto il 15% degli anziani, cioè 10 su 60 ospiti.
Una percentuale tragica ed inaccettabile.

Il 50% del personale è ammalto. “Gli sono stati fatti i tamponi? – chiede il sindacato Usb.

Non sono in discussione le ragioni sostenute da Franzoni in un post via social in merito alla mancanza di dispositivi di protezione e prevenzione, una condizione inaccettabile che riguarda tutto il Paese. Resta il fatto che non abbiamo notizia né a Parma né altrove di una di una percentuale di mortalità così elevata, né di contagio degli operatori di questa dimensione.

A noi pare discutibile e poco credibile sostenere che il contagio abbia potuto, nel giro di pochi giorni, causare la morte di nove persone (oggi il decimo) e trovarsi con il 50% del personale in malattia.
Questo significa è possibile escludere (aldilà della mancanza già sottolineata dei dispositivi di protezione) che ci sia stata una tempestiva attivazione delle misure di prevenzione e contenimento dei soggetti malati.

La domande che poniamo sono le seguenti.

I primi malati con sintomi in quale data si sono verificati ed è stato fatto subito il tampone a verifica del contagio?
Verificatosi i primi malati con sintomi, a prescindere dai tempi di esito del tampone, sono state messe in atto le necessarie procedure di contenimento all’interno della struttura a tutela degli ospiti e degli operatori?
Sono stati fatti i tamponi a tutto il personale e agli ospiti della struttura? Non ci risulta.

Il comunicato di Franzoni non risponde con puntualità a nessuna delle domande che poniamo ed è semplicemente una giustificazione a posteriori che non spiega come si è giunti in questa tragica situazione.
Troviamo che il richiamo del presidente del CdA ASP Franzoni alla condivisione con AUSL e il Sindaco di Sissa-Trecasali delle valutazione sui fatti della Casa di Riposo, in quanto diretti “gestori” della struttura, sia una sorta di autoassoluzione priva di riflessione critica sull’operato.

La morte del 15% degli anziani ospiti e il 50% del personale ammalato in una singola struttura è un evento terribile che non trova comparazione nel pur grave quadro nazionale in cui ci troviamo.

Rivendichiamo il diritto alla completezza e trasparenza delle informazioni”.

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