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Vicenda Macachi: indagato il presidente di LAV Felicetti che chiede l’intervento del Ministero della Salute

Tutta la verità di LAV sui macachi del progetto di ricerca Light-Up voluto dall’Università di Torino presso l’Ateneo di Parma: in una conferenza stampa dal titolo #COLPEVOLIDI, che si è tenuta oggi al T-Cafè, LAV ha esposto le proprie ragioni sul primo caso in Italia di ricorso alla giustizia amministrativa su un esperimento su animali, dopo aver dato essa stessa la notizia, la scorsa settimana, delle indagini avviate a carico del Presidente LAV Gianluca Felicetti, e reso note le nuove inquietanti rivelazioni su questo esperimento che beneficia di un finanziamento di 2 milioni di euro da parte del Consiglio Europeo della Ricerca.

 

All’indomani della recente ordinanza del Consiglio di Stato n.230/2020 del 23 gennaio che ha sospeso il progetto di ricerca Light-Up, in attesa della pronuncia “di merito” del TAR Lazio prevista il 21 aprile prossimo e del successivo passaggio in Appello, il Presidente della LAV è stato raggiunto dalla notifica di indagini in corso a suo carico da parte della Procura di Parma per i reati di rivelazione di documenti segreti, minacce, accordi per istigare a reati, diffamazione di cui agli articoli 115, 595, 612 e 621 del Codice penale.

“Ipotesi infondate-sostiene l’associazione-abbiamo ottenuto i documenti legalmente e li abbiamo utilizzati solo ed esclusivamente per il ricorso, poi vinto, in sede giudiziaria) che invece, così formulate, sembrano un incredibile tentato “bavaglio” contro cui la LAV – riconosciuta Ente Morale e Organizzazione di utilità sociale – spera di essere ascoltata quanto prima dal Magistrato.”

“Siamo infatti una associazione fermamente nonviolenta, ogni nostra iniziativa è ispirata al rispetto di ogni essere vivente e peraltro, più volte, ci siamo dissociati pubblicamente e a mezzo stampa da qualsiasi iniziativa o messaggio che non rispondesse a tali criteri, nel rispetto del legittimo diritto di critica e in osservanza delle nostre finalità statutarie a tutela degli animali, dei malati e di una ricerca davvero scientifica, oltre che eticamente accettabile. afferma la LAV Più volte, inoltre, ci siamo resi disponibili a un confronto pubblico, civile e democratico, con gli sperimentatori, senza mai ottenere una risposta”.

Nel corso della conferenza stampa di oggi la LAV ha quindi reso noto che non tornano i conti del numero e della tracciabilità, prevista per Legge, degli animali detenuti nello stabulario dell’Università emiliana, un dato che emerge dagli stessi atti delle due ispezioni volute dal Ministero della Salute ed effettuate sempre e solo per dimostrare, qualche giorno prima del pronunciamento del Consiglio di Stato, che tutto era in regola. Gli esperimenti, inoltre, dovevano essere effettuati parallelamente su due coppie di macachi con due “di riserva”, eppure dai documenti redatti dallo stesso Ministero numeri e sesso degli animali non coincidono in tutti i casi, e risulterebbe mancante una coppia di animali. Così l’associazione ha chiesto formalmente l’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza per avere chiarezza sullo stato degli animali, avanzando anche la richiesta di poter avere le relazioni sullo stress dei macachi previste come necessarie e vincolanti dall’autorizzazione al progetto, ora sospesa, e dallo stesso Consiglio Superiore di Sanità. LAV chiede anche conto di quali sanzioni il Ministero della Salute abbia irrogato per il macaco femmina detenuto in isolamento nel giugno 2019, nonostante la norma chieda che questi animali siano tenuti in compagnia.

 E la LAV, visto l’importante principio affermato dal Consiglio di Stato riguardo alla piena responsabilità ministeriale nell’obbligo di fornire le prove della mancanza di metodi alternativi di ricerca, ha chiesto al Ministro Speranza di ordinare una nuova istruttoria per le altre autorizzazioni in deroga già concesse, ad iniziare da quelle concesse all’università di Parma per gli altri macachi presenti nello stabulario, per verificare che tale onere probatorio sia stato rispettato.

“I macachi del progetto Light-Up sono gli stessi da quando è iniziato il progetto o, come risulta dai documenti del Ministero, sono cambiati nel corso dei mesi e, se cambiati, perché e dove sono stati allocati gli altri? – chiede di sapere la LAV e il Presidente Gianluca FelicettiDove sono le relazioni semestrali e obbligatorie sullo stato e sulle condizioni di stress di questi animali, che avrebbero dovuto certificare che i test sui macachi sono a posto? Inoltre, solleviamo più di un dubbio sulle dichiarazioni cui abbiamo assistito da parte di alcuni ricercatori; ci riferiamo in particolare all’inaccettabile paragone delle viti nel cranio dei macachi con un banale piercing: farsi un piercing è un atto volontario, mentre non ci risulta che questi macachi siano liberi di scegliere se farsi conficcare delle viti nel cranio. Troviamo fuori luogo e fuori dalla realtà paragonare la vita di questi animali a quelle di un qualsiasi animale ‘ospite’ di uno zoo: è evidente che in entrambi i casi si tratta di animali prigionieri, che non possono godere dei comportamenti etologici naturali ed essenziali (muoversi, costruire relazioni sociali, procacciarsi cibo, ecc.). Né la vita naturale di questi animali può essere ‘barattata’ con la presenza di un trapezio, di giocattoli di gomma e un’altalena, considerando che uno di questi animali è stato addirittura posto singolarmente in gabbia, quando le normative prevedono il contrario e questo in un campo di test – quelli relativi alla capacità visiva dove ci chiediamo quali concreti passi avanti abbiano prodotto per i malati le ricerche precedenti già svolte. Siamo fiduciosi che il Ministro Speranza si impegnerà a fare piena chiarezza su questi aspetti”.

Il presidente di LAV Felicetti ha poi contestato le accuse contro di lui punto per punto fissando la linea difensiva che sarà poi discussa nelle sedi opportune.