In nome di Mario Tommasini – Brefotrofio: 46 anni dopo la chiusura, si ristampa il libro

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In occasione del 46° anniversario della chiusura del Brefotrofio di Parma, avvenuta il 12 dicembre 1973, la “Fondazione Mario Tommasini” ha promosso la ristampa del volume “Fine di un brefotrofio (1817 – 1973)”, pubblicato a suo tempo dalla Provincia di Parma, di cui Tommasini era Assessore.

“Il volume da conto di una delle tanti straordinarie attività a cui Mario Tommasini diede vita come Assessore alla Sanità e Sicurezza sociale della Provincia, e ci deve fare riflettere il suo modo di interpretare il concetto di “sicurezza sociale”: lo intese come necessità di ridare qualità di vita e dignità alle persone, soprattutto a quelle in situazione di disagio, anziché di “metterle in sicurezza” dentro un’istituzione” ha affermato il Presidente della Provincia di Parma Diego Rossi, introducendo l’affollato incontro di presentazione del volume, stamattina a Palazzo Giordani.

“Quello spirito e queste memorie ci incoraggiano a ragionare da un punto di vista diverso, come amministratori e cittadini, a trovare strade inedite per dare soluzioni ai problemi  di nuove povertà e solitudine degli individui a partire da questa Provincia, che Tommasini pensò con uno sguardo ampio”– continua il Presidente Rossi.

“Questo volume non parla solo della storia di Tommasini, ma dell’intera città che lui chiamò a vivere questa esperienza, con la sua ribellione morale e intellettuale, una comunità che mise a disposizione famiglie, volontari, idee per una grande trasformazione – ricorda Marcella Saccani, Vice presidente della Fondazione Mario Tommasini – Questo percorso gettò le basi per la modifica delle leggi italiane in materia, con la cancellazione di termini come “esposti” e “incinta clandestina”. E cambiò la vita di tanti “bambini soli”, come li chiamava Tommasini.”

“Si tratta di un testo che ha un valore storico ma anche scientifico – ha sottolineato Pietro Pellegrini, Direttore del Dipartimento Salute mentale dell’Ausl – le neuroscienze ci confermano oggi come la mancanza di accudimento nei primi tre anni di vita incida negativamente anche sullo sviluppo biologico del cervello. E questo ci deve fare riflettere su cosa possa significare abbandonare i bambini davanti a Tv e computer. Le povertà economiche, sociali e culturali portano il rischio di condotte antisociali, la vera sicurezza si costruisce nella comunitàù attraverso le relazioni, a partire dalla prima infanzia.”

All’incontro in tanti hanno portato ricordi personali, come Ebe Quintavalla, che al Brefotrofio compì il suo tirocinio professionale, ed Emilia Caronna, che per un periodo si prese cura di uno dei bambini che vi erano rinchiusi; erano presenti l’on. Carmen Motta, la Consigliera Regionale Barbara Lori e numerosi esponenti del volontariato, tra cui Patrizia Bonardi presidente della Cooperativa Sirio, che fornisce occasioni di lavoro ai carcerati, un’altra delle iniziative lanciate da Mario Tommasini.

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