Columbus: ecco la prima crisi aziendale di Parma 2020, annunciata la chiusura

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Era nell’aria da settimane, ma nell’incontro tra RSU aziendale, OO.SS. Territoriali di FLAI, FAI e UILA e vertici aziendali, la proprietà di Columbus Srl ha comunicato ufficialmente l’intenzione di cessare l’attività dello stabilimento di Martorano nei primi mesi del 2020.

Se la campagna di trasformazione del pomodoro non verrà effettuata, morirà l’ennesima storica realtà produttiva del territorio di Parma, in un settore che negli ultimi decenni ha registrato uno stillicidio di chiusure e conseguente perdita di posti di lavoro.

La proprietà ha comunicato ai sindacati l’avvio di non meglio precisate trattative per la cessione dell’attività ad eventuali soggetti del settore interessati a rilevare l’azienda, quale unica prospettiva di continuità delle produzioni e dei rapporti di lavoro che potranno proseguire soltanto con il subentro di una nuova realtà imprenditoriale.

Nonostante la cattiva gestione di questi ultimi anni, a Martorano si producono da decenni sughi pronti in vetro e tetra recart, polpe e passate con lavorazioni classiche e biologiche, prodotti a marchio e soprattutto conto terzi per la GDO italiana ed estera.

Il sindacato vede come imprescindibile, in questa fase di transizione, la prosecuzione dei rapporti di lavoro a termine e il rispetto dei contratti e delle condizioni di lavoro in essere, punto di partenza per il mantenimento delle produzioni e la conseguente sopravvivenza dei posti di lavoro.

Questa ennesima crisi aziendale ne mette infatti a rischio a centinaia. A Martorano sono attualmente occupati circa 80 dipendenti a tempo indeterminato e, nei differenti periodi dell’anno, circa 150 lavoratori tra stagionali e stagionali di campagna. Sono impiegati stabilmente inoltre lavoratori in appalto nel settore della logistica e del carico/scarico merci. Facile immaginare quindi potenziali ripercussioni sull’occupazione di proporzioni drammatiche, in caso di chiusura.

RSU aziendale e Segreterie territoriali di FLAI, FAI e UILA faranno tutto quanto di loro competenza per tentare di scongiurare questa eventualità: chiedono l’immediata attivazione di un tavolo di crisi alle istituzioni del territorio e aprono lo stato di agitazione di tutti i lavoratori occupati nello stabilimento, riservandosi di comunicare le iniziative di lotta da effettuarsi quando necessario.

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