Kucka e Sepe sugli scudi, Kulusevski delude: le pagelle di Sampdoria Parma.
Sepe 8 – Parte male, tanto da ricordare gli errori sciocchi della scorsa stagione. Poi si rifà: su Ramirez, su Quagliarella, su Thorsby, e si supera sul rigore dello stesso numero 27 doriano.
Darmian 6 – È onnipresente, e qualcosa lo sbaglia, come i cross, spesso sottomisura. Ma non molla mai, facendo da elastico tra i reparti quando i compagni non ne hanno più.
Iacoponi 7 – Quagliarella chi? Gli chiude gli spazi, impedendogli di calciare nello specchio dalle posizioni a lui più favorevoli.
B. Alves 6,5 – Attento, puntuale, senza sbavature. Ma l’impressione è che manchi qualcosa per riavere il giocatore della scorsa stagione.
Gagliolo 6,5 – Quando avanza e difende la palla al novantaseiesimo cercando più che il cross un corner, o secondi preziosi, diventa l’emblema di questo Parma, maturo e capace di soffrire.
Kucka 7 – Un due tre, al quarto tentativo segna un gol pesantissimo. Primo tempo di spessore, esce per un risentimento al soleo. (dal 46’ Brugman 6 – Non si può dire che sia un giocatore che salta all’occhio. Fa il suo, senza squilli o sbavature).
Hernani 6.5 – Finalmente convincente. Ed assist man. È la sua settimana, speriamo la prima di tante.
Barillà 6 – Con l’esperienza la grinta e la volontà dove non arriva fisicamente perché ancora non in condizione.
Kulusevski 5,5 – Allora è umano, scivola e sbaglia appoggi facili per lui. In marcatura sulla trequarti si vede meno del solito, difficile dire dove finiscono le aspettative e uniste la gara non alla sua altezza. (dal 84’ Grassi ng).
Cornelius 6 – Doveva partire dalla panca. Doveva giocare meno minuti. Qualche scatto, qualche spizzata. Picchia e le prende, bentornato. (dal 68’ Dermaku 6 – Quagliarella di mestiere lo fa fesso. Sepe lo “grazia”.
Gervinho 5,5 – Meglio nella ripresa, quando regala un paio di lampi, il primo però lo calcia in curva, il secondo Kulu non lo coglie.
All. D’Aversa 7 – Il Parma brutto e concreto è l’ennesimo capolavoro tattico e sulla mente dei giocatori. Da una coperta sempre più corta estrae una squadra che soffre ma non molla. Ennesima prova di maturità superata.