Solares Fondazione: un ignobile teatrino per 50 dipendenti

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Mentre i tecnici dei soci fondatori valutano ed elaborano ipotesi di separazione senza trovare una posizione unanime, mentre i legali dei soci Tidibi e Neonemo si scambiano lettere a conferma, smentita e rilancio sugli impegni assunti dai propri rappresentati, mentre si susseguono comunicati e appelli di parte quando invece ci sarebbe bisogno di favorire un clima che consenta di predisporre concretamente la stagione 2020, mentre accade tutto ciò, sono i dipendenti, i collaboratori e scritturati artistici e tecnici di Solares Fondazione delle Arti (Teatro, Cinema Arti ed Eventi) a garantire le attività, gli spettacoli e la gestione quotidiana della Fondazione, sono loro ad adoperarsi per tenere insieme i cocci per assicurare la prossima stagione.

Sono i dipendenti, i collaboratori e scritturati artistici e tecnici a non avere certezza del proprio futuro occupazionale, ad essere in attesa della corresponsione dei propri stipendi e compensi . Quasi 50 persone, oltre alle partite iva, che sono obbligate ad assistere alla peggior rappresentazione che mai a! vrebbero voluto vedere.

Troppo facile, semplicistico e strumentale leggere e ricondurre la situazione attuale di Solares solo a quanto accaduto negli ultimi 5 mesi. Sette anni fa i lavoratori denunciavano la situazione di difficoltà che stavano vivendo, ma a nessuno interessava che lavoratrici e lavoratori non prendessero stipendi e compensi da  8 mesi. Bisognava stare in silenzio, aspettare, fidarsi, per il bene comune. Nessuno, ieri come oggi, si è preoccupato di capire, approfondire veramente quale fosse e quale sia la reale situazione della Fondazione, quali soluzioni trovare per il bene comune, di tutti e non solo di alcuni. Nessuno sembra preoccuprsi di capire quali siano le vere difficoltà per tornare ad avere una direzione artistica e per riuscire a definire un percorso che possa portare ad una scissione della Fondazione in area teatro e area cinema-arte-eventi.

Se veramente si vuole salvare una delle realtà più importanti della produzione culturale della nostra città e non solo, non si può prescindere dall’individuare, immediatamente, la direzione artistica e garantire l’effettuazione della stagione 2020 mettendo da parte tutto ciò che potrebbe essere scambiato per individualismo, vittimismo, eccesso di protagonismo, desiderio di rivalsa personale. Senza stagione 2020 anche i soci avranno ben poco da spartirsi. E non basta che i soci fondatori dichiarino che la stagione si farà, occorrono azioni coerenti,  concrete e non destabilizzanti.  E poi, se dopo essersi reciprocamente scelti e aver gestito insieme per anni la Fondazione, vogliono separarsi, lo facciano, con i tempi e i modi necessari per gestire un’operazione così complessa, ma intanto il prezzo non lo possono pagare le lavoratrici e i lavoratori della Fondazione, parte integrante, anima della storia del teatro prima e della Fondazione poi,  cosi come non lo può pagare la città.

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