Cultura in lutto, è morto Marzio Pieri, docente e filologo illuminato

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Docente universitario, critico letterario, scrittore, curioso e onnivoro: Marzio Pieri, nato a Firenze il 20 gennaio 1940, è morto il 2 novembre a Reggio Emilia. Da Giambattista Marino a Verga, da Verdi a Malipiero: sono tanti gli argomenti trattati da Pieri in scritti e lezioni. Per chi non ha mai letto nulla di suo, è sarà una scoperta, basterebbe Verdi: l’immaginario dell’Ottocento (Electa, 1981) a rivelarne tutta la genialità.

Per un trentennio Marzio Pieri è stato docente di Letteratura all’università di Parma: controcorrente, folle, colto allo sfinimento, ogni lezione era un’opera teatrale, un monologo in cui raccontava aneddoti che servivano a far capire il perché di ogni opera letteraria, filologo.

A chi scrive, ha insegnato Erza Pound e i suoi mille perchè, la cultura il rispetto è l’importanza di essa a prescindere di cosa si voglia diventare, tra mille altre cose. Siamo tutti un pò più capre, da oggi.

1 commento

  1. Fui studente di Pieri a Parma dal 1992 al 1994. Era un eccellente professore di letteratura, molto preparato (come tutti gli specialisti) e carismatico. Di lui come insegnante apprezzavo anche il fatto che pretendeva molto dai suoi studenti. La bibliografia del primo esame di letteratura italiana contemplava lo studio di tutti i classici dalle origini all’inizio del Novecento, fatto inusuale ma che dovrebbe essere normale, dal momento che con quell’esame si acquisiva poi il diritto a insegnare lettere nelle scuole. Penso concepisse la facoltà di lettere come un luogo per pochi intelligenti veramente interessati, a giudicare da come maltrattava gli studenti mediocri. Credo il suo difetto principale fosse quello stesso carattere che lo rendeva un eccellente docente, la passionalità, che talvolta diveniva irrazionalità. Ricordo molte lezioni in cui chiacchierava del più e del meno, e io, che dovevo svegliarmi alle sei del mattino per essere in aula Ferrari a Parma alle 9, non apprezzavo quest’eccessiva autoindulgenza (ma Pieri rimaneva sempre preferibile a certi docenti soporiferi, privi di personalità).

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