Contrasto al lavoro nero: continua il grande impegno della finanza

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La tutela del lavoro e il contrasto ai fenomeni di sfruttamento della manodopera sono ancora al centro dell’attenzione delle Fiamme Gialle di Parma.

Anche quest’anno, infatti, l’obiettivo principale riguarda l’individuazione di quei soggetti economici che, alterando le regole del mercato, ricorrono a manodopera completamente “in nero” o irregolare, danneggiando i lavoratori, nonché gli imprenditori onesti.

Nei primi nove mesi del 2019, la Guardia di Finanza di Parma, potendo contare sugli elementi informativi derivanti dal costante controllo economico del territorio e sull’attenta analisi delle banche dati in uso al Corpo, ha intensificato le attività di verifica nello specifico settore, identificando,complessivamente 18 lavoratori in nero e 79 lavoratori irregolari.

I 128 controlli eseguiti nei diversi settori economici hanno riguardato, tra gli altri, due società già entrate nel mirino della Tenenza della Guardia di Finanza di Fidenza, quando,nel 2018, l’operazione denominata “Paga Globale” aveva condotto all’arresto di un imprenditore operante nel settore dell’impiantistica industriale e di altre sei persone, tra cui 5 professionisti, per i reati di truffa ai danni dello Stato e frode fiscale.

Dall’analisi della documentazione amministrativo-contabile ed extra contabile delle società coinvolte, è emerso come 65 lavoratori irregolari fossero stati impegnati in maniera nettamente superiore rispetto a quanto dichiarato in busta paga, effettuando, complessivamente, nell’arco di quattro anni, circa 13.000 ore di lavoro nell’assoluto mancato rispetto degli obblighi contributivi e fiscali.

In particolare, il meccanismo artificioso e fraudolento postoin essere ai danni dell’I.N.P.S. prevedeva che i dipendenti, pur risultando assenti per malattia o inseriti nel programma di riduzione dell’orario di lavoro, continuassero a lavorare nei medesimi giorni in cui sarebbero dovuti essere a riposo, percependo lo stipendio con un sistema di retribuzione ufficioso definito “paga globale”. Così, pur percependo nell’immediato una retribuzione più alta, i lavoratori non maturavano la giusta contribuzione ai fini pensionistici e l’azienda non versava le ritenute d’acconto dovute.

Completamente in nero e con permesso di soggiorno scaduto è risultato, invece, un lavoratore di origine pakistana, impiegato presso un’attività di commercio al dettaglio di carburante per autotrazione alle porte di Parma.

I restanti lavoratori in nero/irregolari sono stati scoperti dai militari della Guardia di Finanza, grazie ad un approccio investigativo trasversale, nel corso delle verifiche e dei controlli fiscali ordinariamente eseguiti.

L’evasione contributiva e l’utilizzo di manodopera in nero e irregolare sono fenomeni, purtroppo, riscontrabili in diversi settori della produzione manifatturiera. Essi causanoconsistenti danni allo Stato sotto forma di riduzione del gettito fiscale e delle entrate pubbliche e penalizzano chi paga regolarmente, producendo effetti distorsivi sulla libera concorrenza. Gli evasori, infatti, non versando imposte e contributi, sostengono costi inferiori rispetto ai contribuenti onesti ed ottengono un ingiusto vantaggio competitivo. Nonda ultimo, queste fenomenologie illecite ledono i lavoratori stessi, i quali vengono privati dei loro diritti alla tutela assistenziale e previdenziale.

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