Il siriano, il marocchino, l’assicuratore e gli studenti: smantellato spaccio di fumo, sequestrati oltre due kg di sostanze

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C’era il siriano, pregiudicato per droga, che importava hashish in ovuli di ottima qualità, il marocchino, che la smerciava, l’assicuratore, che la rivendeva, l’universitario pregiudicato che procurava a quest’ultimo marijuana di diverse qualità, altri due universitari che la rivendevano accanto alle macchinette del caffè.

Romanzo criminale Made in Parma? Quasi, certamente una centralina dello spaccio.

Nell’odierna mattinata i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un provvedimento coercitivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del capoluogo: sette gli indagati coinvolti, ai quali viene contestato il reato di detenzione illecita e cessione continuata di sostanze stupefacenti.

In particolare il GIP ha disposto:

la custodia in carcere per AKERMI Kaled, nato in Tunisia nel 1985, domiciliato in Parma, e AL SHAREEF Mohammad, nato in Siria nel 1965, domiciliato in Parma;
gli arresti domiciliari per ANCORA Salvatore Giuseppe, assicuratore, nato a Copertino nel 1982, residente in Parma, ed ARGESE Pietro, nato a Brindisi nel 1997, di fatto domiciliato in Parma;
l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per RINALDI Federico, nato a Parma nel 1996, ivi residente), CHIURI Rocco, nato a Gagliano del Capo – LE nel 1987, domiciliato in Parma, e SEPE Gaudin, nato a Fidenza nel 1994, residente in Vernasca -PC.

La presente indagine trae origine dall’ascolto, nell’ambito di altro procedimento penale, di alcune conversazioni, captate tra uno dei soggetti coinvolti in quel procedimento e ANCORA Salvatore. L’attività d’indagine svolta a carico del primo, tra le altre cose, ha anche consentito di accertare il suo abituale consumo di sostanze stupefacenti, che gli venivano fornite in maniera esclusiva da un soggetto estraneo a quelle indagini, poi identificato proprio in ANCORA Salvatore Giuseppe, odierno indagato.

Si appurava, infatti, dall’ascolto di quelle conversazioni, che ANCORA Salvatore era protagonista di una “fiorente “attività di spaccio di droga, caratterizzata dall’approvvigionamento di considerevoli quantitativi di hashish e marijuana.

Nonostante l’ANCORA possa risultare, all’apparenza, un soggetto per il quale non vi sono ragioni di ritenere che sia coinvolto in una simile illecita attività, essendo lo stesso incensurato, impiegato nel settore delle assicurazioni in rapporti professionali anche con persone dipendenti di enti pubblici, nonché commesso in un negozio di telefonia del centro commerciale “Centro Torri “di Parma,  le conversazioni telefoniche e ambientali inizialmente captate non lasciavano spazio a possibili interpretazioni alternative circa il fatto che l’ANCORA parlasse della sua disponibilità di sostanza stupefacente, della quantità che mediamente riusciva a cedere a terzi e dei prezzi che riusciva ad ottenere dai suoi fornitori.

Si procedeva, quindi, ad intercettazioni telefoniche e ambientali, su autorizzazione del Gip, anche nel presente procedimento, attraverso la captazione delle conversazioni intervenute sull’utenza e all’interno del veicolo in uso ad ANCORA Salvatore.

Le indagini, svolte dal R.O.N.Inv. dei Carabinieri di Parma e coordinate da questa Procura, consentivano sin da subito di acquisire importanti elementi indiziari a carico di ANCORASalvatore, in relazione al quale l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti (marijuana e hashish in ovuli), sembrava essere la sua occupazione principale, nonostante il lavoro presso un’agenzia assicurativa e la mansione di commesso in un negozio di telefonia.

Veniva sin da subito in rilievo la circostanza per cui nell’ambito della sua attività di spaccio l’indagato riusciva a cedere, quotidianamente, un consistente numero di dosi di stupefacente, solo a una clientela “selezionata”, e consegnando la droga direttamente al domicilio degli acquirenti invece che in strada o in luoghi esposti al controllo delle forze dell’ordine.

La PG riusciva a ricostruire il gruppo di soggetti impegnati nella collocazione dello stupefacente che a vario titolo facevano parte del gruppo, creato da ANCORA, identificabili in ARGESE Pietro, CHIURI Rocco, il tunisino AKERMI Khaled, RINALDI Federico, SEPE Gaudin e il siriano AL SHAREEF Mohammad.

Le sostanze stupefacenti prevalentemente trattate dagli indagati sono marijuana e hashish, approvvigionate da canali differenti. La marijuana era acquistata dall’ANCORA in quantitativi dell’ordine del chilogrammo per ogni fornitura, da due diversi soggetti, ognuno dei quali commerciava illecitamente un particolare tipo di qualità di quella droga: l’”olandese “e la “normale”.

Uno di questi due canali di approvvigionamento veniva compiutamente ricostruito e documentato anche da un importante sequestro operato a carico di ARGESE Pietro in data 21.11.18: 1,750 kg di marijuana, oltre mille euro in contanti provento di spaccio e una consistente quantità di materiale, utile al confezionamento dello stupefacente destinato alla cessione al dettaglio.

ARGESE Pietro, che in quell’occasione venne tratto in arresto in flagranza, è un giovane studente universitario della facoltà di economia di Parma, compaesano di ANCORA Salvatore, ed è apparso un sicuro e fidato canale di rifornimento di marijuana, tanto affidabile che ANCORA gli si rivolgeva per acquistare grossi quantitativi a un costo particolarmente basso, grazie al quale riusciva poi a rivendere in tempi brevi lo stupefacente a prezzi ancora più competitivi. ARGESE è apparsoin grado di garantire anche la sostituzione dello stupefacente, sempre per quantitativi dell’ordine del chilogrammo, nel caso in cui la qualità non soddisfacesse i requisiti richiesti dai clienti di ANCORA.

In merito al secondo canale di approvvigionamento di “erba”, allo stato attuale le indagini non hanno ancora consentito di identificare il/i fornitore/i.

Altra figura emersa come soggetto legato ad ANCORA da un rapporto di fiducia è quella di CHIURI Rocco, a cui il primo era solito affidare la custodia della marijuana da lui acquistata, presso l’abitazione di Parma in viale Piacenza. All’interno di tale appartamento, nell’arco del periodo oggetto di indagine, sono emersi gravi indizi a carico di ANCORA, sia nella fase di stoccaggiodi vari chilogrammi di sostanza stupefacente, sia nella fase di suddivisione della droga in dosi più piccole e pronte per lo spaccio al dettaglio.

In cambio del favore il CHIURI, oltre ad avere la disponibilità immediata di marijuana, si rivolgeva ad ANCORA per approvvigionarsi di hashish, necessario a soddisfare le sue esigenze di consumo personale ma anche per la cessione a terzi (suoi amici e/o studenti universitari).

Altra figura di particolare rilievo è stata individuata nel tunisino AKERMI Khaled, fornitore di ANCORA per quanto riguarda l’hashish, confezionato in ovuli e da entrambi convenzionalmente indicato come “ovetto”. Lo straniero, oltre a rifornirlo di stupefacente, gli consentiva di detenere presso la propria abitazione gli ovuli che ANCORA aveva pagato. È emerso, infatti, che quest’ultimo preferiva non conservare lo stupefacente presso la propria abitazione, dal momento che la condivideva con l’attuale compagna, estranea ai fatti, e che quel tipo di stupefacente emana un forte odore, facilmente riconoscibile.

La frequentazione di ANCORA e AKERMI è apparsa pressoché quotidiana e comunque finalizzata al rifornimento di stupefacente ogniqualvolta ANCORA ricevesse ordinazioni dai suoi clienti. Sono numerose, infatti, le conversazioni captate a bordo della sua autovettura in cui lo stesso si reca a casa del tunisino, ove si fa consegnare gli ovuli che aveva preventivato di poter cedere a terzi. Nel corso di tali incontri i due soggetti erano soliti confrontarsi sulla “giacenza” di stupefacente ancora presente e sulla necessità di nuovi rifornimenti, i quali avvenivano con cadenza settimanale, previo reperimento del denaro necessario a pagare la fornitura, che generalmente non era inferiore a 1.000 euro.

AKERMI Khaled, dal canto suo, oltre a rifornire ANCORA di ovuli di hashish (mediamente 15 ovuli alla settimana) gestiva un suo autonomo “giro“ di clienti, tra cui emerge la figura di RINALDI Federico, abituale acquirente di sostanza stupefacente, al quale in data 29/11/2018 venivano sequestrati due ovuli di hashish, poco prima cedutigli proprio da AKERMI.

La frequentazione tra RINALDI Federico e AKERMI Khaled era sostanzialmente finalizzata alla fornitura di hashish, di cui il tunisino aveva la disponibilità. Altro elemento che depone nel senso dell’illiceità della condotta del RINALDI è il fatto che lo stesso intratteneva “rapporti” anche con ANCORA Salvatore, il quale, a differenza di Khaled, lo riforniva di marijuana. Entrambe le tipologie di stupefacente venivano poi cedute da RINALDI a terzi, spesso suoi amici e/o conoscenti.

L’attenzione investigativa su AKERMI Khaled consentiva, oltre che acquisire importanti elementi probatori su di lui, di individuare anche altri due soggetti a lui vicini, il primo dei quali veniva identificato in SEPE Gaudin, più volte indicato da AKERMI quale persona di sua fiducia cui affidava lo stupefacente acquistato, compreso il quantitativo appartenente ad ANCORA, ritenendo l’abitazione del giovane “più sicura della sua”.

Il secondo soggetto che i numerosi servizi di osservazione e pedinamento a carico di AKERMI consentivano di identificare era il cittadino siriano AL SHAREEF Mohammad, il quale rappresenta, per così dire, “il livello superiore” dell’attività di spaccio (già in passato condannato a Milano per trasporto illecito di stupefacenti).

L’episodio in cui si aveva contezza del rapporto tra AKERMI Khaled e AL SHAREFF Mohammad coincideva con un’urgente necessità del tunisino di approvvigionarsi di ovuli di hashish, urgenza che tradiva l’accuratezza di AKERMI, costretto a reperire in breve tempo quanto più denaro contante possibile e rivolgendosi, allo scopo, ad ANCORA Salvatore. L’accordo tra i due avveniva all’interno dell’autovettura di ANCORA, e pertanto veniva captata l’intera conversazione in cui i due parlavano di quantità e modalità di consegna degli ovuli di hashish.

Il servizio di osservazione e controllo effettuato successivamente dalla PG consentiva di accertare, e di documentare anche attraverso riprese fotografiche, il luogo di recapito dello stupefacente, ossia l’abitazione di Khaled e il soggetto che lo consegnava, individuato in AL SHAREEF Mohammad, nonché le successive fasi del pagamento. Il servizio consentiva di sequestrare, inoltre, una parte della sostanza stupefacente oggetto della compravendita

A completamento delle indagini venivano escussi numerosi soggetti che via via erano stati individuati quali acquirenti dei diversi indagati. Ognuno di loro confermava di aver acquistato o comunque ricevuto droga dal rispettivo acquirente, indicando il numero di occasioni, i quantitativi ricevuti e il prezzo eventualmente pagato.

In definitiva si può affermare che i quantitativi di sostanze stupefacenti movimentate dagli indagati, in particolare da quelli sottoposti alle misure custodiali, sono dell’ordine di diversi chilogrammi, considerando sia le sostanze sequestrate nel corso delle indagini sia quelle riferite dai diversi acquirenti, sia, infine, quelle oggetto delle conversazioni captate tra i diversi soggetti della vicenda.

E’ emerso, infine, che in una circostanza una cessione era avvenuta, ad opera dell’ARGESE, all’interno della facoltà di Economia dell’Università di Parma, con la conseguenza che allo stesso viene contestata anche l’aggravante di cui all’art. 80 DPR 309/90″. 

In fase di esecuzione della misura cautelare, ad ulteriore riscontro della bontà delle investigazioni, i CC hanno rinvenuto, e sottoposto a sequestro, 125 grammi di marijuana, di cui 110 a casa di Ancora.

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