Università: dall’Unione Europea 900mila euro per un progetto in Rwanda

0

L’Università di Parma, attraverso il CUCI – Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale, ha ottenuto dall’Unione Europea un finanziamento di 900mila euro per  il progetto Enhancement of Rwandan higher education in strategic fields for sustainable growth – EnRHed, che vede l’Ateneo come capofila di 7 partner e che è coordinato da Roberto Valentino, Vice direttore del Centro Universitario per la Cooperazione Internazionale (CUCI) e docente del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale.

 

L’iniziativa coinvolge l’Università di Scienze Applicate di Colonia (Germania), l’Università di Liegi (Belgio) e quattro istituti universitari del Rwanda: l’Università del Rwanda, l’Istituto di Scienze Applicate INES-Ruhengeri, la Scuola Politecnica IPRC di Musanze e l’Università di Arte e Tecnologia di Byumba.

 

Il progetto ‘EnRHEd’ si pone quattro ambiziosi obiettivi specifici, da realizzare in 3 anni: sostenere la modernizzazione delle istituzioni rwandesi attraverso la revisione dei Curricula e il miglioramento dell’approccio didattico; l’implementazione di nuovi programmi di Laurea Magistrale e Dottorato di Ricerca; l’introduzione dell’e-learning e il miglioramento tecnologico, attraverso la creazione di una piattaforma per la didattica digitale; la promozione dell’internazionalizzazione dei percorsi educativi, con un rafforzamento degli scambi che si svilupperà nella mobilità di Professori, Staff e Studenti da e per il Rwanda.

Il finanziamento è erogato dal Programma ‘Erasmus+ Cooperation for innovation and the exchange of good practises’, sotto l’azione ‘Capacity Building in higher education – Joint Projects’. Il progetto ha ottenuto una valutazione molto elevata che gli ha permesso di collocarsi nella “prima fascia” dei 163 progetti finanziati in tutta Europa (833 presentati), vedendosi così attribuito l’intero finanziamento richiesto.

«Questo progetto – ha dichiarato il coordinatore Roberto Valentino – nasce nell’ambito delle attività del CUCI, in linea con le politiche di internazionalizzazione del nostro Ateneo, nella consapevolezza che le università dei Paesi industrializzati possano e debbano assolvere sempre più un ruolo ‘locomotore’ nei confronti di Paesi a basso reddito, dove la richiesta di una formazione superiore altamente qualificata si fa sempre più pressante. Da parte nostra, invece, la possibilità di lavorare con i colleghi di questi Paesi apre scenari innovativi di ricerca e, come ci insegna la nostra esperienza, offre una potente occasione di rimotivazione professionale. Un progetto di questo tipo si basa su una consolidata rete di rapporti istituzionali tra i partner coinvolti, ma è anche l’esito di incontri fortunati tra persone che si sono impegnate per renderne efficace l’attuazione. Determinante è stato l’incoraggiamento da parte del Rettore Paolo Andrei, della Pro Rettrice all’Internazionalizzazione Simonetta Anna Valenti e dei colleghi del CUCI, in particolare l’attuale Direttrice Nadia Monacelli e il precedente Direttore Leopoldo Sarli. Inoltre, l’elaborazione del progetto non sarebbe stata possibile senza il supporto della Unità Operativa Internazionalizzazione diretta daAlessandro Bernazzoli».

Dal canto suo, Nadia Monacelli dichiara: «Il progetto ‘EnRHed’ è esemplificativo di come vuole lavorare il CUCI, cioè contribuire a sviluppare legami e scambi win-win tra partner accademici che, per ragioni storiche ben note a tutti, sono ancora oggi coinvolti in relazioni profondamente ineguali. Riteniamo sia nostra responsabilità, in qualità di accademici e di cittadini, affrontare i rischi posti dalla polarizzazione della conoscenza, esasperata dalle crisi economiche e umane che imperversano in tutto il mondo. In questa prospettiva l’istruzione universitaria non può limitarsi all’accumulo di conoscenze, ma deve formare i cittadini del mondo e per il mondo; cittadini che siano in grado di mettere queste conoscenze a beneficio dell’intera comunità umana. Il ‘progetto Rwanda’ contribuisce a potenziare il sistema di istruzione superiore del Paese, ma è anche portatore di un ulteriore plusvalore, poiché la sua implementazione richiederà una stretta collaborazione sia interna, tra diversi colleghi del nostro Ateneo, sia esterna, tra noi e i colleghi delle altre Università europee e tra tutti noi e i colleghi delle università rwandesi. Le sfide appena citate sono tutte presenti, la nostra sfida è di alto livello».

Grazie anche all’attivo supporto della U.O. Internazionalizzazione, l’approvazione di questo importante progetto consente all’Università di Parma di continuare il processo di costante miglioramento degli indicatori internazionali di Ateneo e di porsi strategicamente in Europa.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here