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Inchiesta onlus lombarde, illeciti per 7 milioni anche a Parma. Chiuse le indagini

La Procura di Milano ha chiuso le indagini, in vista della richiesta di rinvio a giudizio, a carico dei rappresentanti legali e presunti prestanome di quattro onlus che avrebbero falsificato documenti per ottenere la gestione dell’accoglienza di centinaia di migranti, a cui davano poco o nulla, perchè ciò che interessava loro era «lucrare» sull’emergenza.

Uno «scenario del malaffare» sulla pelle dei richiedenti asilo venuto a galla con il blitz della Gdf di Lodi del 2 luglio scorso che ha portato a 11 ordinanze (una in carcere, 5 ai domiciliari e 5 obblighi di dimora).
In carcere è finita Daniela Giaconi, una delle 7 donne destinatarie della misura e che gestiva «di fatto» il «sistema” delle onlus (Volontari senza frontiere, Milano Solidale, Amici di Madre Teresa Giuliani e Area Solidale). Giaconi, dopo la chiusura delle indagini, ha deciso di essere sentita dagli inquirenti e l’interrogatorio è stato fissato per domani davanti al pm Gianluca Prisco. Nell’inchiesta sono stati contestati i reati di associazione a delinquere, con base tra il capoluogo lombardo, Lodi e Pavia, truffa allo Stato e autoriciclaggio.

Giaconi e gli altri, secondo l’accusa, avrebbero usato per «scopi personali» oltre 4,5 milioni di euro (lei si è comprata una casa e un negozio a Milano) dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente partecipando, tra il 2014 e il 2018 (le procedure di controllo sono diventate più stringenti solo nel 2017), a bandi delle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia (parti lese).

La presunta banda di truffatori avrebbe anche garantito «supporto economico» a condannati anche per associazione mafiosa e in particolare «uno stipendio senza alcuna prestazione lavorativa», consentendo loro «di richiedere» con documenti falsi anche «le misure alternative alla detenzione», perchè figuravano come lavoratori delle onlus.