Frodi creditizie, a Parma 157 in un anno. In Emilia Romagna 1662 casi

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Le frodi creditizie messe a segno rubando le identità “continuano a crescere e a incidere pesantemente sul comparto del credito al consumo”.

L’Osservatorio Crif-Mister credit ne ha contate 27mila in Italia nel 2018 per una perdita economica di circa 135 milioni di euro.

In Emilia-Romagna sono stati 1.662 i casi di frode registrati l’anno scorso con la regione che si piazza settima nella graduatoria nazionale guidata da Campania, Lombardia e Lazio.

A livello provinciale, il maggior numero di frodi creditizie arriva dalla provincia di Bologna, con 334 casi (18esimo posto nel ranking nazionale), seguita da Modena con 303 (22esima) e da Reggio Emilia con 225. Più indietro Rimini (179 casi), Parma (157), Forlì-Cesena (136), Ferrara (129), Ravenna (121), Piacenza (78).

Gli incrementi più consistenti rispetto alla precedente rilevazione riguardano le province di Ferrara, +47,4%, di Forlì e Cesena, +27,4%, Modena, +26,6%, e Bologna, +15,5%.

Rapportando il numero di casi ai contratti di finanziamento alle famiglie erogati in ogni regione, Campania e Calabria sono ancora una volta le regioni più caratterizzate dalla dal fenomeno, l’Emilia-Romagna è 114esima.

Gli uomini sono la maggioranza delle vittime (61,6%) con un’incidenza in crescita rispetto al 2017. Nelle classi di età invece si nota un’inversione di tendenza, con un forte incremento delle vittime con più di 60 anni (+14,7%), mentre diminuiscono i 31-40enni (-7,6%). In ogni caso, la fascia più colpita rimane quella dei 41-50enni, con circa un quarto delle vittime.

Quanto alle tipologie di finanziamento che finiscono nel mirino delle frodi, il prestito finalizzato continua a fare la parte del leone: in aumento del 28% arrivando a spiegare quasi tre casi su quattro, con un importo medio di 6.400 euro.

Con il 12,7% dei casi totali, sono in calo le frodi con le carte come quelle sui prestiti personali (-23%). Ma cosa si compra una volta ottenuta l’identità altrui? Nel 32,7% dei casi elettrodomestici, ma ci sono acquisti anche nel comparto auto-moto (l’11,8%), l’arredamento (9,9%), le spese per la casa (9,7%) e prodotti di elettronica, informatica e telefonia (8,5%).

E ci vuole tempo per accorgersene: il 54% dei casi viene a galla entro sei mesi, ma ci sono casi scoperti tre, quattro, cinque anni dopo (in aumento del +2,6%).

Andando ad analizzare i tempi di scoperta rispetto al valore del finanziamento fraudolento, emerge che la maggior parte dei casi emersi entro i sei mesi riguarda cifre sotto 5.000 euro (60,8%), mentre frodi da oltre 10.000 euro necessitano di tempi piu’ lunghi per venire individuati, il 14,9% oltre cinque anni.

“I ladri non sono più solo coloro che si introducono in casa per rubare oggetti di valore, ma sempre più spesso sono interessati ai dati riservati che possono aprire loro le porte dei nostri account di posta elettronica e social network, conti correnti e carte di credito, con pesanti conseguenze per chi subisce una frode o un furto d’identità- commenta Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif- durante il periodo estivo, poi, questo fenomeno si intensifica ulteriormente, ad esempio a causa delle truffe legate alle vacanze, con tante persone che ingenuamente rispondono ad annunci apparentemente vantaggiosi, fornendo persino copia dei propri documenti senza pensare che possano finire nelle mani di un malintenzionato”.

Per cui si raccomandano accorgimenti difensivi come l’sms collegato all’utilizzo della carta di credito o sistemi di alert che avvisano se viene richiesto un finanziamento a nostro nome.

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