Bilancio Asp in rosso, i sindacati: “Inaccettabile dare le colpe ai lavoratori”

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Lo scorso 10 Luglio CGIL, CISL e UIL avevano chiesto un incontro ad ASP Ad Personam per fare chiarezza su più di un problema sollevato dai famigliari. Ma a questa richiesta non era seguito alcun riscontro. È inaccettabile ora che l’Amministratore unico dell’ASP Ad Personam attribuisca conti in rosso dell’azienda a costi elevati del personale per il rinnovo contrattuale, alla scarsa produttività dovuta a malattie o all’impiego di dipendenti inidonei alla mansione.

Alla Direzione di ASP Ad Personam, Azienda di servizi alla persona del Comune di Parma, è stata recapitata in data 10 Luglio una richiesta di incontro dalle OO.SS sindacali confederali territoriali e di sigla, sindacato pensionati e funzione pubblica, per richiedere un incontro che facesse chiarezza su più di un problema sollevato dai famigliari degli ospiti delle strutture facenti capo ad ASP che lamentano disagi riferiti ai loro cari ai quali si aggiungono i disagi del personale addetto.

A questa richiesta non è seguito alcun riscontro dall’Amministratore di ASP pur avendo scelto, gli scriventi, di attivare una modalità di confronto e di interlocuzione che potesse esaminare e risolvere i problemi posti attorno ad un tavolo con la presenza dei Comuni appartenenti al distretto e scegliendo di non percorrere la strada del comunicato stampa tout court.

È quindi con grande sconcerto e senso di fastidio che abbiamo preso atto della comunicazione dell’amministratore unico della ASP uscita sui media locali nella giornata di venerdì che denuncia una grave tensione finanziaria della struttura attribuendone la maggior causa a costi elevati del personale per il rinnovo contrattuale, alla scarsa produttività dello stesso dovuta a malattie o all’impiego di dipendenti inidonei alla mansione.

Leggiamo che la gestione del personale “costituisce tre quarti del deficit” per ragioni di applicazione contrattuale e di mancata produttività. Ci chiediamo se nel novero dei costi siano compresi anche i compensi della dirigenza e i maggiori costi per l’utilizzo della somministrazione di personale, oltre che scelte aziendali non sempre adeguate che hanno aumentato notevolmente i costi di gestione.

La strumentalizzazione è per noi evidente ed inaccettabile. Riteniamo che le ragioni dell’affossamento dell’ASP siano da ricercare in un modello organizzativo che si è data che non le consente di attirare risorse. Nata per generare una offerta di servizi al territorio e alle fragilità si è rivelata essere una mera ennesima versione delle Case di riposo per anziani. Una scelta dal punto di vista gestionale molto limitativa e penalizzante.

Che la ASP vada ripensata è pensiero comune e quel tavolo da noi richiesto, partendo appunto da problemi concreti di gestione, poteva essere l’inizio di un percorso di riposizionamento della struttura da accompagnare in un ambito più vasto, attrattivo e al passo con quanto oggi richiedono le persone, famigliari e ospiti. Scaricare sul personale, che fa fronte in modo egregio alle carenze della struttura, non solo è iniquo ma a nostro parere è significativo di quanto si scelgano sempre risposte non di merito e propagandistiche per non volere o sapere affrontare il vero problema.

Quale? Ripensare una ASP a gestione pubblica che implementi i suoi servizi internalizzandoli, che stabilizzi il personale somministrato abbassando i costie creando quella fidelizzazione tra azienda e personale che è sempre una carta vincente. ASP faccia dunque la sua parte adottando finalmente un modello organizzativo maggiormente adeguato a rispondere ai sempre più importanti bisogni assistenziali della Comunità ed il Comune di Parma crei le condizioni per garantire un futuro di investimento all’Ente, anche affidando ad Asp la gestione organizzativa ed operativa di nuovi servizi, soprattutto quelli a minor carico assistenziale.

Così la Cgil cui si aggiunge il commento di Carlo Rasmi, sindacato Usb – Il bilancio del 2018 di Asp Ad Personam si è chiuso con una perdita di 1,2 milioni di euro. Di ciò l’avvocato Marcello Mendogni, amministratore unico di Asp Ad Personam incolpa i dipendenti, che hanno sempre dimostrato dedizione al proprio lavoro e si sono sempre resi disponibili nei momenti del bisogno. 

Un comportamento grave e immotivato, per cui ci sentiamo in dovere d’intervenire e respingere al mittente tali dichiarazioni. 

Mendogni tace il fatto che sia il fondo regionale per la non autosufficienza sia i finanziamenti di AUSL (quota Sanitaria) e del Comune di Parma (quota assistenziale) sono totalmente inadeguati a erogare un servizio che rispetti i parametri di qualità stabiliti dalla Regione per l’accreditamento. Certo comprendiamo che il Pres. del CdA non può attaccare i suoi datori di lavoro, ma prendersela con il personale non è eticamente accettabile.

Si parla della spesa sostenuta a copertura del rinnovo del CCNL Enti Locali, “oltre tutto un misero rinnovo dopo 10 anni di blocco contrattuale.”

A tal riguardo vogliamo ricordare che gli enti regionali e locali prevedono l’accantonamento degli oneri contrattuali nei rispettivi bilanci, per gli incrementi retributivi per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali. Di conseguenza il rinnovo del CCNL NON può essere preso come alibi, in quanto era prevedibile.

Ancora peggio scaricare la colpa di un milione e mezzo di spesa per il personale inidoneo alle mansioni, che non sono riconosciuti dall’accreditamento, sono affermazioni al limite del paradosso.

Il lavoro da OSS all’interno delle strutture residenziali per anziani è un lavoro USURANTE, riconosciuto da una legge dello Stato. E dopo 20 anni di servizio che facciamo, li vogliamo cacciare perché sono un peso?

Chiediamo: come mai il medico del lavoro, che ha il ruolo di prevenire, non è 

presente nei reparti per verificare le condizioni sanitarie e l’integrità psico-fisica dei lavoratori, come previsto per legge? Parliamone!

Il personale non è affatto in sovrannumero e il fatto che sia continuamente richiamato in servizio dal riposo e non si trovi la quadra sui turni la dice lunga. In pratica con le regole dell’accreditamento non stanno insieme le ore di prestazione da erogare col personale esistente e col rispetto dei diritti dei lavoratori.

Reputiamo irrispettoso nei confronti di tutte le lavoratrici e lavoratori considerarli una spesa e non una risorsa da valorizzare e difendere. 

Ci scandalizzano le chiare accuse rivolte al personale per le assenze dovute a malattie o infortuni non solo perché sono elementi prevedibili di cui bisogna tener conto, ma perché il diritto alla salute è diritto di rilievo Costituzionale.

Contrariamente non si tiene conto delle condizioni di lavoro, dovute a strutture vecchie con spazi inidonei, in cui la fatica è amplificata; turni e piani di lavoro sempre più frenetici, dove i tempi di riposo sono sempre più ristretti e insufficienti, causando malattie e infortuni. 

È scandaloso che, per due dirigenti di un’azienda con il bilancio in perdita, siano stati stanzianti 20.973,10 € di conseguenza 10.486,55 € cadauno per il raggiungimento dei premi di risultato e obbiettivi!

E altrettanti 2.619,42 € erogati alle posizioni organizzative!

Da questo spiegato la fretta da parte di CGIL, CISL e CSA nel firmare il contratto decentrato, per permettere l’erogazione di questi premi. 

Chiediamo

L’obbiettivo era quello di produrre questo buco nel bilancio, per riaprire la strada alle privatizzazioni?

Adesso attendiamo delle risposte da parte dell’Amministrazione, dal Comune di Parma e dall’Ausl su come intendono procedere per risanare il bilancio di Asp Ad Personam. 

 

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