P.le Lubiana: cade albero secco segnalato da tempo. I cittadini: “Come mai era ancora li?”

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Saranno anche “alberelli”, quelli alti fino a dieci metri, che non è importante controllare, come indica qualcuno che forse invece dovrebbe farlo. Ma sulla scarsa pericolosità per le persone in caso di caduta di queste piante, bollate come “minori”, sono in pochi ad esserne convinti. “È da oltre due anni che segnalo a più riprese la pericolosità della pianta secca e morta al Comune”, indica fortemente contrariata la signora al balcone del primo piano del civico 28.

“Mi hanno risposto che hanno la programmazione pluriennale di gestione, controllo e manutenzione del verde tra cui anche le potature. E che avrebbero valutato la situazione da me segnalata per verificarne l’urgenza o per inserirla nella manutenzione programmata complessiva. Ecco, questi sono i risultati!” riferisce indicando la pianta crollata ancora presente sul marciapiede ormai da quindici giorni. Un refrein quello dell’abbiamo la programmazione pluriennale…, che si sono sentiti dire anche altri cittadini, e che, come la signora, si sono visti poi cadere allo stesso modo i rami e gli alberi da loro segnalati, senza l’intervento di nessuno. O almeno così vien da ritenere visti i risultati. Quante saranno queste persone, viene da chiedersi. E perchè.

La pianta di piazzale Libiana, “morta in piedi”, cioè rimasta in piedi completamente secca, ma poi ugualmente caduta, colpiva subito l’attenzione, pur non avendo dimensioni enormi, per le tetre condizioni di secchezza che ne facevano intuire anche ai non esperti la potenziale pericolosità. Pianta che è infatti regolarmente caduta da circa due settimane, probabilmente durante il temporale del primo di Luglio. Quello, per intenderci, in cui è stata colpita la donna al parco Ferrari poi deceduta. E anche in questo caso, di piazzale Lubiana, se durante il crollo qualcuno si fosse trovato a passare sotto alla pianta, gli sarebbe potuta toccare la stessa sorte.

Perchè, come dicono gli esperti, basta anche un ramo di sei o sette centimetri di diametro, con la forza che acquisisce durante la caduta, per provocare un trauma cranico o qualcosa di peggio. Quindi perchè nessuno in due anni è intervenuto ad abbattere questa pianta, più volte segnalata, le cui condizioni erano evidenti da moltissimo tempo? In considerazione anche che appena due mesi prima della caduta, il 26 maggio, un grande ramo di un altra pianta è caduto nel piazzale e quindi, a seguito di ciò, una ispezione del servizio del verde in quel luogo ci deve essere pur stata? Di quella pianta completamente secca e particolarmente vistosa non se ne è accorto nessuno? Una pianta la cui rimozione non avrebbe certo impiegato più di un quarto d’ora. Non come l’impegnativo platano rimosso in cittadella. Quindi per situazioni come questa, che implicano l’incolumità dei cittadini, è accettabile sentirsi dire a livello formale la filastrocca del “abbiamo tutto sotto controllo, comuque verificheremo”, e a livello informale, al contrario, che non ci sono i soldi per intervenire? O dover intuire che la scelta su dove fare e non fare il monitaraggio viene eseguita, a livello statistico, in base al presunto maggiore o minore carico antropico e quindi in base alla maggiore o minore possibilità che una pianta, in relazione a dove è posizionata, cadendo possa colpire una persona?

Dobbiamo quindi pensare che se una pianta cade e colpisce una persona è colpa sua perchè è iellata? Le considerazioni probabilmente devono essere tutt’altre. E cioè che in relazione alla età media elevata del patrimonio arboreo cittadino, e ai sempre più frequenti eventi climatici in grado di metterlo a dura prova, occorre cambiare completamente marcia e procedere ad un controllo serrato e completo di tutto il patrimonio arboreo e ad una sostituzione anche drastica delle piante ritenute pericolose. Anche con interventi dolorosi ma, quando necessari, non rimandabili. Come, se serve, anche la rimozione di tutte le piante di una stessa via e la loro sostituzione con piante nuove. Senza dimenticare comunque una dovuta manutenzione che possa evitare per quanto e più possibile la necessità degli abbattimenti.

È noto che è intenzione del Sindaco, o la era, di attivare cospiqui indebitamenti per realizzare la ciclabile nel torrente Parma, aborrita dai più. Probabilmente i cittadini gli sarebbero maggiormente grati se intendesse rinnovare completamente il patrimonio arboreo. Una iniziativa sicuramente meno di immagine, da non poter sbandierare come high-tech o green, e per la quale non si vince alcun premio, inoltre con ricaduta più ampia anche sulle amministrazioni successive, un vantaggio per la città, ma che politicamente potrebbe essere visto come un “lavorare per gli altri che verranno dopo”. Ma una iniziativa sicuramente necessaria in termini di sicurezza e con precedenza rispetto alla ciclabile nel greto del torrente . E ciò per evitare, il più possibile, se possibile ed ove possibile, di assistere di nuovo ad episodi come quello qui indicato, dove i cittadini segnalano inascoltati le potenziali pericolosità di caduta rami e alberi che poi puntualmente cadono, oppure al crollo di grandi rami indicati come controllati dal servizio di manutenzione del verde soltanto pochi mesi prima – quindi se con criteri appropriati o meno non si sa – come si è appreso essersi verificato purtroppo anche per il ramo caduto al parco Ferrari.

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