D’Aversa, quale modulo per la stagione che verrà?

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di Michele Tossani

Con la conferenza stampa che ha preceduto la partenza per il ritiro di Prato allo Stelvio ha ufficialmente preso il via la stagione 2019/20 del Parma, la seconda consecutiva in Serie A dopo la promozione ottenuta nel 2018.

Col mercato ancora in fase embrionale, nonostante i gialloblù si siano già assicurati i ritorni di Sepe e Grassi e l’arrivo di Hernani e con Karamoh e Pezzella in dirittura d’arrivo, è ancora presto per capire il Parma che verrà.

Tuttavia, sarà interessante vedere se D’Aversa continuerà per la strada intrapresa nella scorsa stagione o se, invece, deciderà di modificare qualcosa nell’atteggiamento tattico dei ducali.

Nell’ultimo campionato infatti il tecnico abruzzese ha presentato una compagine fortemente reattiva, caratterizzata tatticamente dal tentativo di sfruttare le qualità di Inglese e Gervinho in campo aperto.

In questo senso, il Parma ha giocato prevalentemente con un baricentro basso proprio per cercare di creare spazi da sfruttare in transizione e, di contro, di non lasciare campo alle spalle della propria linea difensiva. 

Questo tipo di organizzazione, all’interno di un 4-3-3 che diventava 4-4-2 in fase di non possesso, ha prodotto come dato quello di una squadra che è risultata essere la prima della massima serie per percentuale di conclusioni scaturite da situazioni di contropiede.

Immagine da @CalcioDatato

All’opposto, i ducali sono stati l’ultima compagine della Serie A in termini di conclusioni nate da attacchi posizionali.

Immagine da @CalcioDatato

I risultati di questo atteggiamento sono stati tali da consentire al Parma di essere il quindicesimo attacco per gol segnati (41), meglio di Udinese (39), Genoa (39), Cagliari (36), Frosinone (29) e Chievo (25). 

Se però guardiamo alle occasioni create utilizzando gli expected goals (xG), notiamo come la squadra di D’Aversa abbia registrato un dato di 41.10, migliore soltanto di Cagliari, Chievo e Frosinone.

In pratica, i gialloblù hanno creato poche occasioni da rete. 

Da un punto di vista prettamente tattico, per ovviare all’emorragia di risultati riscontrata nella seconda parte dello scorso torneo, D’Aversa ad un certo punto aveva preso la decisione di cambiare qualcosa, passando dal 4-3-3 alla difesa a cinque. 

In realtà, questo cambiamento è stato implementato soltanto per la fase di non possesso dato che, in quella offensiva, il Parma tornava poi a schierarsi con due linee di quattro a supporto dei due attaccanti.

Come scritto precedentemente, resta quindi da verificare se il 43enne tecnico di Stoccarda deciderà di proseguire in qualche modo per la strada intrapresa nello scorso girone di ritorno, se resterà fedele al Parma visto nella prima parte di campionato o se, invece, cercherà di battere nuove vie.

Alla luce di quanto scritto finora e al di là dello schieramento di partenza, ciò che desta maggior curiosità in vista di questo ritiro sarà però vedere se D’Aversa deciderà di approcciare in modo maggiormente proattivo e fluido la prossima stagione.

È ovvio che, per rispondere a questa domanda, si dovrà per forza passare anche dal modo in cui proseguirà il mercato gialloblù. Infatti, l’arrivo di giocatori più qualitativi, specialmente a centrocampo, potrebbe permettere al Parma di produrre una fase di possesso più palleggiata. In caso contrario, anche nel prossimo campionato sarà probabile vedere una squadra più orientata al controllo degli spazi che al dominio del pallone. 

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