Mall ex Salvarani – La Procura mette sotto sequestro la mail di Alinovi

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La vicenda è complessa, sarà probabilmente lunga, e per ora ha regalato alla città solo la promessa/incubo di un nuovo, immenso centro commerciale e uno scheletro non finito in quell’area che fu la Salvarani.

Li, dove nascevano cucine e sogni dei dipendenti, ora campeggiano pilastri e armature vuote, dopo il sequestro dello scorso ottobre.

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Un sequestro poi confermato anche dal Riesame, con accuse pensantissime:  “In quel posto non si poteva costruire, troppo alto il rischio per l’incolumità delle persone e le concessioni edilizie rilasciate dal Comune per la realizzazione del centro commerciale a Baganzola, non andavano rilasciate. “Appare indubbio che il Comune, rilasciando le due concessioni edilizie per realizzare le opere nelle zone di tutela C e D non previste nel piano di rischio già adottato, abbia emesso un provvedimento amministrativo illegittimo”.

Ora alla vicenda si aggiunge un altro tassello: il sequestro delle mail dell’assessore Alinovi.

Ricostruire il carteggio fra il Comune e l’Enac relativo al Piano di rischio non è semplice. L’Ente nazionale per l’aviazione civile aveva approvato, il 27 ottobre 2011, il documento inviato da Parma a inizio mese.

In virtù di questa approvazione, una delibera del commissario Ciclosi, a fine febbraio 2012, adottò il documento, che però non teneva conto delle nuove aree di tutela introdotte dall’Enac nel proprio Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti. Infatti, il 20 ottobre, pochi giorni prima di approvare il Piano di rischio, l’Enac aveva emanato l’emendamento 7 al Regolamento che prevedeva l’introduzione di fasce laterali alla pista di volo al fine di aumentare la tutela del territorio nei pressi degli aeroporti.

Ora  Enac sostiene che il Comune, per poter rilasciare nel 2017 e nel 2018 i permessi di costruire, avrebbe prima dovuto aggiornare il Piano, tenendo conto di queste fasce di rispetto laterali.

Così giorni scorsi la Finanza ha messo sotto sequestro la mail istituzionale dell’assessore all’Urbanistica, Michele Alinovi. Tutta la posta inviata e ricevuta fino al 20 giugno scorso è stata acquisita dalla Finanza per setacciare la corrispondenza, anche quella eventualmente eliminata.

Secondo il gip Fiorentini, che diede il via libera al sequestro, però, solo le responsabilità di Di Bernardo, Alinovi e Bertolini, a parere del giudice, sarebbero stati coinvolti nella vicenda dopo il rilascio dei due permessi di costruzione, quindi a reato consumato. Proprio per questo la mail potrà, forse, scagionare, Alinovi.

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