Spediscono proiettili e bruciano un portone: arrestati due estorsori – VIDEO

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma hanno dato esecuzione all’ordinanza con cui il Gip di Parma ha disposto la custodia cautelare in carcere per Francesco Greco (già in carcere da alcuni giorni per aver tentato di rapinare una prostituta) e Giuseppe Gigliotti, per il il reato di estorsione aggravata in concorso.

L’attività è iniziata il 27 luglio 2017 quando l’imprenditore parmigiano Alberto Aschieri, operante nel settore dell’impiantistica alimentare, denunciava ai Carabinieri della Stazione di Vigatto il rinvenimento, nella cassetta postale dell’azienda, in località Corcagnano, avvenuto circa una settimana prima, di tre cartucce per revolver calibro 40. Pochi giorni dopo, il 31 luglio, un’altra grave intimidazione colpiva l’imprenditore: nel corso della notte, ignoti incendiavano una porta vetrata dell’azienda dopo averla cosparsa di liquido infiammabile

I primi accertamenti condotti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo consentivano di rinvenire, nelle immediate adiacenze della porta data alle fiamme, un sacchetto in plastica con il logo “Brico Center” contenente carta assorbente intrisa di combustibile, verosimilmente gasolio ed un sacco di cellophane nero (del tipo solitamente utilizzato per contenere la spazzatura) predisposto con fori per gli occhi e la bocca e appurare – attraverso le telecamere della videosorveglianza –  che, poco dopo la mezzanotte, un individuo con il capo coperto dal sacco in cellophane nero aveva dapprima cosparso di liquido infiammabile la porta della sede aziendale e poi appiccato il fuoco. Le immagini evidenziavano l’utilizzo di una tanica di colore rosso con il tappo nero per il trasporto del combustibile.

Il tipo di reato e le peculiari modalità di esecuzione -inconsuete per questo territorio- inducevano la Procura della Repubblica di Parma ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo ad orientare le indagini verso gli affari dell’imprenditore. Emergeva così che nel mese di aprile 2017 l’azienda aveva partecipato ad una gara d’appalto per una cospicua commessa di lavoro in Danimarca: unica concorrente la “G.F. Nuove Tecnologie” riconducibile all’imprenditore calabrese Gigliotti Franco (coinvolto nell’ambito dell’operazione “Stige” della Procura Distrettuale di Catanzaro).  

La gara era stata vinta dal suddetto imprenditore ma Aschieri aveva esternato dubbi sulla linearità della licitazione, sospettando che gli importi della propria proposta commerciale fossero stati preventivamente comunicati a Gigliotti. Ma vi era stata anche un’altra occasione di frizione tra le due imprese: in particolare, a fronte di un credito per oltre 300 mila euro che entrambe le aziende vantavano verso una ditta parmigiana, la “G.F. Laser” ne voleva acquisire il patrimonio aziendale per rientrare nel credito: occasione sfumata per l’ingiunzione di pagamento presentata da Aschieri che, nel settembre 2017, aveva determinato il fallimento dell’impresa insolvente. Nella circostanza a condurre la trattativa per la “G.F. Laser”, anche con Aschieri per indurlo a non richiedere l’ingiunzione di pagamento, era stato Gigliotti Giuseppe, residente a Parma ma originario del cosentino, cugino di Franco ed attuale indagato, incensurato.

Le indagini proseguivano sul fronte dell’individuazione dell’esecutore materiale del delitto: partendo dalla busta rinvenuta la mattina seguente l’incendio, si accertava che presso il Bricoman di San Leonardo, il 30 luglio, cioè il giorno prima dell’incendio, era stata acquistata una tanica da cinque litri del tutto simile a quella utilizzata dall’autore del reato (nera con il tappo rosso). I Carabinieri del RIS di Parma, inoltre, rilevavano sul sacco nero utilizzato dal reo tre impronte digitali riconducibili all’indagato Greco Francesco, arrestato la scorsa settimana dalla Polizia per la tentata rapina ai danni di una prostituta.

L’analisi dei dati di traffico telefonico relativi a Gigliotti e Greco evidenziava non solo che i due si conoscevano (essendo emersi diversi contatti telefonici tra le rispettive utenze), ma che tali contatti erano avvenuti nei giorni prossimi ai due eventi criminosi subiti dall’Aschieri, interrompendosi poi bruscamente per alcuni mesi subito dopo la consumazione degli stessi. Inoltre, la geolocalizzazione delle conversazioni evidenziava la presenza di entrambi, il giorno e nell’ora dell’acquisto della tanica, in luogo compatibile con il Bricoman. 

La finalità emersa dalle indagini appare quella estorsiva, essendo diretta a costringere Aschieri a rinunciare al lavoro in Danimarca (che l’imprenditore avrebbe potuto conseguire in ragione delle elevate competenze aziendali), permettendo alla “G.F. Nuove Tecnologie” di aggiudicarselo. 

Tale finalità peraltro appare raggiunta, posto che Aschieri –avendo evidentemente il senso del “messaggio” ricevuto- in sede di ribasso riduceva la propria offerta di solo 10 mila euro (pur potendo praticare uno sconto maggiore per essere competitivo), così di fatto rinunciando ad aggiudicarsi il lavoro.

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