Elezioni: a Parma ha votato il 60,53% degli aventi diritto – gli exit poll

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A Parma ha votato il 60,53% degli aventi diritto: erano il 19,41% alle 12, il 47,53% alle 19. 

Alla fine delle operazioni di voto, nelle 205 sezioni elettorali del Comune di Parma, i votanti definitivi sono stati 87067 elettori, di cui  44703 femmine e 42364 maschi, pari al 60,57% del totale degli aventi diritto al voto.

Per le elezioni europee del 2014, alla fine delle operazioni di voto, avevano votato n.86935, pari al 61,77% degli aventi diritto al voto.

Gli exit poll –  Primi Exit Poll del voto in Italia per le Europee: secondo La 7-SWGin testa (copertura del 90% del campione) la Lega in una forbice tra 26,5 e 29,5%, Pd 21-24%, M5S 20-23%, Forza Italia 9-11%, FdI 5-7%, PiùEuropa 2,5-3,5%, La Sinistra 2-3%, Europa Verde 1,5-2,5%, Altri 4-5%

Secondo invece gli Exit Poll Rai-Opinion (copertura 80%)  in testa la Lega 27-31%, Pd 21-23%, M5S 18,5-22,5%, Forza Italia 8-12%, FdI 5-7%, Europa in Comune 2,5-4,5%, La Sinistra 1-3%, Europa Verde 1-.3%

Primo instant poll di Quorum/Youtrend per SkyTg24 per le Europee 2019: la Lega è il primo partito al 27-30%, segue il Pd al 21,5-24,5%, terzo il Movimento 5 Stelle al 20-23%. Forza Italia è al 9-11%.

Lega “Importa relativamente se saremo al 30 o 31%: un anno fa eravamo al 17%. E’ un risultato storico ed è storico che per la prima volta la Lega diventi primo partito in Italia”. Lo dichiara, nel corso di una diretta a Porta a porta, il capogruppo della lega alla Camera Riccardo Molinari.

Piemonte In base al primo Exit poll del consorzio Opinio Italia per la Rai, alle regionali in Piemonte è in testa tra il candidati a governatore, Alberto Cirio del centrodestra con una forchetta del 45-49%. Sergio Chiamparino del centrosinistra ha una forchetta del 36,5-40,5%. Più staccato Giorgio Bertola, candidato M5s, con 12-16%.

Affluenza Alle 23 secondo i primi dati (circa 2699 comuni su 7.915) ha votato il 53,25% degli aventi diritto; erano stati il 55,84% nel 2014. Lo rende noto il sito del ministero dell’Interno. Nel 2014 l’affluenza finale alle ore 23 fu del 58,6%. Alle Politiche del 2018 (Camera) l’affluenza alle ore 19 fu del 58,4%.

Nel resto d’Europa –  Boom dell’affluenza in Europa, la più alta da 20 anni. In base ai primi exit poll: i populisti avanzano ma non sfondano, ma Ppe e socialisti hanno la maggioranza solo con i liberali, secondo la prima proiezione dei seggi. In Germania volano i Verdi (+9,8%), la Cdu-Csu della Merkel resta primo partito, ma perde il 7,8%. In Francia la destra della Le Pen è in testa con 2-3 punti di scarto sul partito di Macron. In Austria vincono i Popolari del cancelliere Kurz, in Grecia i conservatori di Nea Dimokatia mentre Syriza, del premier Tsipras, scivola al secondo posto. In Spagna larga vittoria del socialista Sánchez, in Ungheria del sovranista Orbán. In Italia seggi aperti fino alle 23. Affluenza in aumento sul sul 2014: alle 19 aveva votato il 43,1% contro il 41,59% di 5 anni fa. Per le Comunali, alla stessa ora, al voto il 55,13%.

Exit Poll: in Spagna larga vittoria di  Sánchez

Alle europee in Spagna i socialisti del premier Pedro Sánchez si apprestano a vincere con un distacco di oltre dieci punti, secondo l’ultimo sondaggio di oggi. Il Psoe, in attesa dei primi exit poll, è dato al 28,9% e 18 seggi, 11 in più rispetto ai popolari, che crollano, come alle politiche di aprile, ottenendo circa il 17,3% dei voti. In Spagna si vota anche per il rinnovo di 12 parlamenti regionali e di migliaia di comuni.

Exit Poll: In Francia la Le Pen è davanti a  Macron. Verdi terzi

Secondo  gli exit poll pubblicati dai media belgi, in Francia la lista del Rassemblent National di Marine Le Pen è primo partito con uno scarto di due-tre punti sulla lista Renaissance del partito di Emmanuel Macron. Il primo avrebbe ottenuto tra il 23 e il 25% contro il 19-22% della lista del presidente. Le stime diffuse dai media belgi, sono state confermate dagli exit poll ufficiali. Rassemblement National di Marine Le Pen primo partito con il 23,2% dei voti. La République en Marche di Emmanuel Macron è al 21,9%. A sorpresa i verdi sarebbero il terzo partito. Questi i primi exit poll della società Ipsos per France 2.

La lista de La République en Marche, guidata da Nathalie Loiseau, arrivata seconda alle Europee vinte – secondo gli exit poll – dal Rassemblement National di Marine Le Pen, ha ottenuto «un risultato onorevole», che dimostra che «la maggioranza presidenziale tiene duro». Lo fa sapere l’entourage del presidente Emmanuel Macron.  «Non si è mai visto un partito al potere – fanno sapere le fonti – ottenere un risultato alle europee così alto rispetto alle presidenziali».

Marine Le Pen ha chiesto «lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale» dopo il voto di questa sera in Francia e la modifica del sistema elettorale in senso proporzionale.Prime

Prime proiezioni per il Parlamento europeo: primi i popolari, secondi i socialisti, terzi i liberali

Popolari primi con 173 seggi, seguiti dai Socialisti e Democratici con 147, e dai Liberali a 102. Quarti i Verdi con 71 europarlamentari, poi i Conservatori a 58, mentre l’Enf (il gruppo della Lega di Salvini) avrebbe 57 seggi e l’Efdd (il gruppo dei Cinque Stelle e di Farage) 56. E’ la prima proiezione sulla composizione del Parlamento europeo basata sugli exit poll di 11 paesi e sulle intenzioni di voto di altri 17. Si tratta dunque di dati parziali.  I Popolari e gli S&D non avrebbero la maggioranza assoluta dei seggi al Parlamento europeo. Secondo la prima proiezione, sulla composizione del Pe arriverebbero infatti a 320 eurodeputati. Per la maggioranza assoluta ne servono invece 376. Una possibile maggioranza potrebbe dunque vedere il Ppe alleato agli S&D e ai Liberali dell’Alde, che invece guadagnano: nel 2014 ne avevano 68 e oggi 102.

L’affluenza più alta per il voto europeo

L’affluenza al voto delle Europee è la più alta negli ultimi venti anni: secondo le stime diffuse dal portavoce del Parlamento europeo per i 27 Paesi si avvicina al 51%. Dipenderà poi dall’affluenza registrata nel Regno Unito, se l’affluenza sarà al 49% o salirà al 52%.

Polonia, trionfo dei conservatori

l partito ultraconservatore Diritto e Giustizia (PiS/Ecr) di Jaroslaw Kaczynski è in testa nel voto per le Europee in Polonia col 42,40%. Lo segue a stretto giro la Coalizione europea, la lista unica formata dai principali partiti di opposizione, tra cui la Piattaforma civica di Donald Tusk. Emerge dalle stime sulla base degli exit poll, pubblicate dal Parlamento europeo. Kukiz’15, gli alleati del M5S, col 4,10% non riescono invece a superare la soglia di sbarramento, fissata al 5% in Polonia.

Danimarca, vincono i socialdemocratici

I Socialdemocratici, guidati dalla leader Mette Frederiksen, sono in testa alle Europee in Danimarca con il 22,9%, un risultato migliore di oltre 3 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2014 (19,1%). Al secondo posto, i liberali di Venstre, con il 20,5%, in aumento dal 16,7 di cinque anni fa. Emerge dagli exit poll diffusi dal Parlamento europeo.

Romania, testa a testa tra governo e opposizione

In Romania i primi exit poll sulle Europee di oggi danno testa a testa il partito socialdemocratico al governo (Psd) e il principale partito di opposizione, il Pnl (Partito nazionale liberale): entrambi si attestano, secondo i primi dati, al 25,8%.  Ottimo risultato che va anche oltre le aspettative per la neoformazione (anch’essa di opposizione) dell’Usr (Unione Salvati Romania, una sorta di Movimento 5 stelle romeno), che secondo i primi exit poll della Curs-Avangarde, sfiorano il 24% delle preferenze. Molto più indietro le altre formazioni e crollo dell’Alde che, almeno per il momento, non ha toccato neppure il 5% delle preferenze.  L’affluenza era del 46,34% un’ora prima della chiusura dei seggi alle 21 locali (20 italiane), oltre 20 punti in più rispetto alle Europee del 2014, quando l’affluenza finale fu del 25,5%. Anche il referendum su giustizia e anticorruzione, svoltosi in contemporanea al voto europeo, è risultato valido, avendo registrato un’affluenza di circa il 40%, molto al di sopra del quorum minimo del 30% previsto dalla legge.

Finlandia, bene i conservatori. I sovranisti non sfondano

Alle europee in Finlandia, secondo gli exit poll, i conservatori del National Coalition Party sono in testa con il 20,9%, seguiti dai socialdemocratici al 16,7 (che perdono così il primato ad appena un mese dalle elezioni politiche), dai Verdi al 14,4 e dal Partito di Centro. Indietro i Veri Finlandesi alleati della Lega di Matteo Salvini, che sono al 13,1%: in calo di 4 punti rispetto alle elezioni politiche di aprile che li avevano consacrati come secondo partito.

Ungheria, il trionfo di Orban

Alle europee in Ungheria il partito di Viktor Orban, Fidesz, si conferma in testa ai primi exit poll con un netto 56%. Emerge dai numeri resi noti da Europe Elects. Il risultato è superiore di 4 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 2014.

Bulgaria, conferma per i conservatori

Nel voto europeo in Bulgaria, stando ai primi exit poll diffusi alla chiusura dei seggi alle 20 locali (19 italiane), risulta in testa il partito conservatore Gerb del premier Boyko Borissov. L’agenzia Gallup International gli assegna il 30,5% dei voti e sei seggi dei diciassette spettanti alla Bulgaria al Parlamento europeo. Seguono il partito socialista all’opposizione, con il 25,4% e cinque seggi, e il partito della minoranza turca, Dps, con il 12,8% e tre seggi. Al quarto posto, con l’8% dei voti, si piazzerebbe il partito nazionalista Vmro con 2 seggi. La coalizione di centrodestra ‘Bulgaria democraticà raccoglierebbe, a sorpresa, il 6,5% dei voti superando lo sbarramento del 5,88% e ottenendo un seggio. L’affluenza alle urne, secondo le prime indicazioni, è stata bassa, poco più del 30% (alle politiche si attesta solitamente fra il 50% e il 60%).

Exit Poll: in Germania bene Cdu, volano i verdi

Alle europee in Germania l’Unione Cdu-Csu di Angela Merkel si conferma il primo partito negli exit poll per le europee con il 27.5%, ma perde il 7,8%. L’Spd otterrebbe 15,6%, perdendo l’11,9%. Successo dei Verdi: arrivano al 20.5%, con un +9.8%, ben oltre le attese, e diventano il secondo partito. L’AfD sta al 10.5%, +3,4%.

Austria: le stime vedono vincere i popolari di Kurz

Alle europee in Austria vince il Partito popolare del cancelliere Sebastian Kurz. Perdono, ma non crollano dopo lo scandalo di Heinz Christan Strache, i nazionalisti. In calo anche i socialdemocratici. Secondo le stime della tv pubblica Orf, la Oevp di Kurz è al 34% (+7,5%), l’Spoe si ferma al 23,5% (-0,6%) e la Fpoe scende al 17,5% (-2,2%).

Grecia: vincono i conservatori, Tsipras secondo

Il principale partito di opposizione Nea Dimokatia (ND) di Kyriakos Mitsotakis, che fa capo alla famiglia del Partito popolare europeo, è in testa ai risultati in Grecia con il 36%, secondo i primi exit poll diffusi da Europe Elects. Il partito di sinistra Syriza, del premier Alexis Tsipras, tiene con il 27%, ma scivola al secondo posto. Arretra la formazione di estrema destra Alba Dorata, che si attesta al 6%. Nel 2014 Syriza aveva ottenuto 6 seggi (26,57%), Nuova Democrazia 5 (22,72%), Alba Dorata 3 (9,39%).

Olanda: confermata la vittoria  dei laburisti di Timmermans

In Olanda al Parlamento europeo i laburisti del PvdA di Frans Timmermans ottengono il 18,10%, seguiti dai liberal-conservatori (VVD) del premier Mark Rutte al 15%, mentre i Cristiano democratici (CDA) sono al 12,3%. Sono le prime stime ufficiali del Parlamento europeo basate sugli exit poll.
Il partito populista di destra Forum voor Democratie (FvD) dell’esordiente Thierry Baudet è all’11%, mentre è scivolone per il Pvv di Geert Wilders, alleato della Lega di Matteo Salvini, al 4,10.

Irlanda: primi i popolari (europeisti), boom dei Verdi

Il Finn Gail (Ppe, europeista) del premier Leo Varadkar si conferma primo partito nella piccola Irlanda alle elezioni Europee, secondo le proiezioni aggiornate di queste ore, con un 29% di voti e una previsione di 4 seggi.
Mentre restano al palo gli storici rivali del Fianna Fail (Alde) che nelle parallele elezioni locali sono testa a testa con il partito governo, ma alle Europee rischiano di cedere persino il secondo posto ai Verdi, che volano dall’1,6 al 15%: per di più con 2 seggi probabili (contro solo uno del Fianna Fail) grazie alla concentrazione dei loro consensi in una delle tre circoscrizioni nazionali del Paese, quella di Dublino. Altri due seggi dovrebbero andare allo Sinn Fein (sinistra nazionalista), pur in calo dal 15 al 13%, e due a indipendenti di sinistra (tutti e 4 destinati al gruppo europeo Gue/Ngl).

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