Quattro rapine in pochi giorni: l’ex promessa del rugby, Beppe Manghi, patteggia 3 anni

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Era stato una promessa del rugby, poi, nella disperazione in cui la droga lo ha fatto infilare, è diventato un malvivente, un disperato di strada. Beppe Manghi, era stato arrestato su una Fiat 500 nuova, rubata il 22 novembre in via Testi, la sua casa, provvisoria come lui.

In auto, un po di contati, crac e la pipa per fumarlo, oltre a quattro carte di credito rubate dalla borsa di una donna impegnata ad assistere una parente in ospedale e alle forbici utilizzare per un colpo al Tigotà di Via Venezia. Gli altri di cui è accusato, quello al bar «0521» di via Emilia Est, coltello alla mano, e quello fallito all’In’s di Via dei Mercati.

Poi, il bar tabaccheria Wasabi di viale Fratti. Furti della disperazione, per cui è stato giudicato per rito abbreviato dal Gup, Manghi ha patteggiato tre anni e 1.200 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e di custodia cautelare in carcere.

Si chiude così la vicenda giudiziaria, ma rimane quella umana: dalle stelle alle stalle, figlio di una famiglia molto nota in città ma perso nella droga, Manghi non è un delinquente. Solo un uomo che la dipendenza si è portata via molto tempo fa.

 

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