“Morti sul lavoro: una strage continua”

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È successo ancora – si legge in una nota della Cgil Emilia-Romagna. Anche nel giorno della Festa dei Lavoratori abbiamo pianto la tragica scomparsa di un operaio. L’incidente in cui a Piacenza un lavoratore bergamasco cinquantenne ha perso la vita pone molti interrogativi che si aggiungono alla  tragedia accaduta. Il grave incidente avvenuto proprio nella giornata della Festa dei Lavoratori ha colpito non solo i familiari a cui va il nostro pensiero, ma colpisce tutto il mondo del lavoro. Ogni giorno in questo paese si muore per andare al lavoro. Sono 1.133 le morti nel 2018, oltre 3 decessi al giorno, un dramma che continua a perpetrarsi in settori diversi e senza sosta, anche in Emilia Romagna con una costante tendenza al peggioramento. Un dato inaccettabile e che purtroppo vede anche infortuni e malattie professionali in aumento.

Ma va detto qualcosa di più. Ancora una volta un incidente ha colpito un lavoratore precario assunto da un’agenzia di somministrazione che lavorava in una giornata festiva. E allora dobbiamo ribadire che la sicurezza sul lavoro va riconosciuta come diritto universale della persona, un diritto non condizionato dalla differenza di contratto o di settore e che sicurezza c’è se ci sono diritti nel lavoro. L’integrità fisica dei lavoratori deve essere dunque parte integrante di tutta la filiera produttiva dal committente al subappaltato, anche per questo va sottolineato come il Decreto Sblocca cantieri che apre larghe maglie all’illegalità nel settore degli appalti rischia di essere un ulteriore elemento di negatività anche sul tema della salute e sicurezza.

E’ necessario sconfiggere la cultura che vede la sicurezza solo come un costo. Anche l’ultima  l’operazione del Governo, che ha visto la riduzione della tariffa Inail a favore delle imprese, ha nei fatti ridotto la sicurezza nei luoghi di lavoro tagliando drasticamente le risorse destinate ai piani di investimento per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.  La Cgil Emilia Romagna continuerà a battersi perché la cultura della sicurezza sia patrimonio di tutti, delle istituzioni, delle imprese e dei lavoratori. Ma è evidente che occorre che ognuno si assuma le sue responsabilità. Al Governo chiediamo di applicare interamente la normativa vigente su sicurezza e salute, e agli Enti preposti di intensificare i controlli affinché drammi come quello avvenuto il Primo Maggio non si ripetano. Infine alle imprese diciamo che l’art.41 della nostra Costituzione traccia la responsabilità sociale dell’impresa, anche per questo l’onere di assicurare la sicurezza sul lavoro è in capo prima di tutto alle imprese che si devono assumere anche la responsabilità morale di una strage continua”.

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