Reggio Emilia – Centrale dello spaccio travestita da officina, tre arresti, uno è un parmigiano

Si tratta di Matteo Manfrini, 41 anni

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I marchi e gli stemmi di famose case del mondo dei motori, applicati sugli stupefacenti per indicarne la qualità.

E’ il sistema, che serviva soprattutto a fidelizzare i clienti, scoperto dalla polizia di Reggio Emilia nell’operazione antidroga scattata alla Super Car, un’autofficina in periferia nella zona industriale di Mancasale, vicino alla stazione ferroviaria alta velocità Mediopadana.

Un blitz che ha portato al sequestro di 221 chili di hascish, quattro di cocaina e uno di marijuana. Inoltre sono stati trovati 29mila euro in contanti ritenuti dagli investigatori proventi dell’attività illecita e i piccoli lingotti d’oro da 25 grammi ciascuno.

Tre persone sono finite in manette: il titolare dell’attività Hadiri Azzedine, 51 anni, marocchino, incensurato e regolare sul territorio assieme a due dipendenti italiani residenti a Castelnovo Sotto, nella Bassa reggiana, Matteo Manfrini, 41 anni di Parma, incensurato, e Antonio Peluso, 43 anni di Napoli, con alcuni precedenti di polizia.

Tutti sono in carcere e dovranno rispondere davanti al giudice dell’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. Lo stupefacente è stato trovato nascosto in diversi luoghi del capannone, dai controsoffitti alle macchine in riparazione fino alle federe dei sedili.
Un traffico stroncato che la questura reggiana ha definito storico e che apre scenari investigativi inediti per la città reggiana.

«Difficile che il mercato locale potesse assorbire una quantità così rilevante – ha detto in conferenza stampa il dirigente della squadra mobile, Guglielmo Battisti – Pensiamo che Reggio non sia solo piazza di spaccio, ma sia diventata anche di transito degli stupefacenti. Il sequestro riguarda diversi tipi di sostanze, dunque non era un blocco unico appena arrivato. Il livello dello spaccio si è alzato, come dimostra il fatto che il titolare dell’autofficina fosse incensurato.

Inoltre, nell’ultimo mese, è la seconda attività del settore che scopriamo essere utilizzata come deposito di droga». Le indagini, coordinate dal pm Laura Galli, continueranno per ricostruire i canali di provenienza.

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