Viaggio tra “gli abitanti del Ponte Verdi”

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Questo reportage nasce da una riflessione sul modo di descrivere la homelessness, o mancanza di casa, da parte dei media locali e non. In particolare un articolo di Gazzetta di Parma uscito il 3/4/2019 commentava un sopralluogo fotografico lungo il letto del torrente Parma facendo riferimento allo stato di “degrado e abbandono” causato dai rifugi di emergenza in cui dormono senzatetto. Ancora una volta il focus non veniva messo sulla persona ma sul decoro pubblico infastidito dalla povertà. Inoltre l’identificazione degli homeless come problema di marginalità – social problem – pone l’accento su fattori personali, riducendo al contrario le ovvie responsabilità politiche in materia di povertà e mancato raggiungimento dei diritti umani.

Le situazioni di emarginazione di chi vive sotto i ponti a Parma non sono casi isolati. Allo sportello per il diritto all’abitare della Rete Diritti in Casa si sono rivolti negli anni centinaia di senza fissa dimora che ci hanno descritto la loro drammatica situazione abitativa. Ci sono persone che dormono in auto, chi in casolari fatiscenti e pericolanti, chi si fa ospitare occasionalmente da amici, chi per passare la notte trova soluzione per brevi periodi nei dormitori per poi essere costretto a dormire in stazione o sotto a porticati. I casi di famiglie costrette alla convivenza sotto lo stesso tetto sono tantissimi, con tutte le problematiche che ne conseguono. Come abbiamo dimostrato, il mercato privato rifiuta di offrire una soluzione a chi non ha garanzie di reddito più che consistenti e per di più rifiuta anche gli stranieri che offrono garanzie di reddito. I poveri sono esclusi a priori e questo riguarda oltre a tanti singoli e famiglie straniere, anche un numero crescente di autoctoni in difficoltà economica.

Gli interventi pubblici sia statali che comunali in materia di politiche abitative sono largamente insufficienti. Le case popolari sono una piccolissima parte del patrimonio edilizio esistente e ci si è preoccupati più spesso della loro vendita che a costruirne di nuove. Il governo Salvini/Di Maio si appresta a mettere in atto il più grande piano di svendita del patrimonio demaniale della storia della Repubblica, invece di pensare a progetti di recupero per finalità abitative. A Parma, come in tutte le città d’italia, ci sono decine di migliaia di alloggi privati non utilizzati. Senza un intervento serio sulla questione abitativa da parte delle istituzione, intervento che al momento non si vede all’orizzonte, i senza casa per sopravvivere sono costretti a ricorrere alle occupazioni.

Gli "abitanti" del Ponte Verdi, PR

Questo reportage nasce da una riflessione sul modo di descrivere la homelessness, o mancanza di casa, da parte dei media locali e non. In particolare un articolo di Gazzetta di Parma uscito il 3/4/2019 commentava un sopralluogo fotografico lungo il letto del torrente Parma facendo riferimento allo stato di "degrado e abbandono" causato dai rifugi di emergenza in cui dormono senzatetto. Ancora una volta il focus non veniva messo sulla persona ma sul decoro pubblico infastidito dalla povertà. Inoltre l'identificazione degli homeless come problema di marginalità – social problem – pone l'accento su fattori personali, riducendo al contrario le ovvie responsabilità politiche in materia di povertà e mancato raggiungimento dei diritti umani. Le situazioni di emarginazione di chi vive sotto i ponti a Parma non sono casi isolati. Allo sportello per il diritto all'abitare della Rete Diritti in Casa si sono rivolti negli anni centinaia di senza fissa dimora che ci hanno descritto la loro drammatica situazione abitativa. Ci sono persone che dormono in auto, chi in casolari fatiscenti e pericolanti, chi si fa ospitare occasionalmente da amici, chi per passare la notte trova soluzione per brevi periodi nei dormitori per poi essere costretto a dormire in stazione o sotto a porticati. I casi di famiglie costrette alla convivenza sotto lo stesso tetto sono tantissimi, con tutte le problematiche che ne conseguono. Come abbiamo dimostrato, il mercato privato rifiuta di offrire una soluzione a chi non ha garanzie di reddito più che consistenti e per di più rifiuta anche gli stranieri che offrono garanzie di reddito. I poveri sono esclusi a priori e questo riguarda oltre a tanti singoli e famiglie straniere, anche un numero crescente di autoctoni in difficoltà economica.Gli interventi pubblici sia statali che comunali in materia di politiche abitative sono largamente insufficienti. Le case popolari sono una piccolissima parte del patrimonio edilizio esistente e ci si è preoccupati più spesso della loro vendita che a costruirne di nuove. Il governo Salvini/Di Maio si appresta a mettere in atto il più grande piano di svendita del patrimonio demaniale della storia della Repubblica, invece di pensare a progetti di recupero per finalità abitative. A Parma, come in tutte le città d'italia, ci sono decine di migliaia di alloggi privati non utilizzati. Senza un intervento serio sulla questione abitativa da parte delle istituzione, intervento che al momento non si vede all'orizzonte, i senza casa per sopravvivere sono costretti a ricorrere alle occupazioni.

Gepostet von Rete Diritti in Casa am Dienstag, 9. April 2019

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