Notti d’amore e cene romantiche ma non pagano il conto: denunciati

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Per 11 giorni hanno alloggiato in una struttura alberghiera di Novellara avendo cura di consumare altrettante cene romantiche.

In prossimità della partenza hanno manifestato al titolare dell’albergo la loro volontà di volersi trattenere qualche altro giorno per poi il giorno precedente all’ultima notte raccogliere i loro effetti ed allontanarsi di tutta fretta senza pagare il corrispettivo dovuto per il soggiorno ammontante a 1.080 euro comprensivo di 11notti e altrettante cene.

Sono spariti nel nulla con l’albergatore che si è ritrovato tra le mani la ricevuta che i due non avevano saldato.

Per questi motivi un 35enne e la compagna coetanea, entrambi originari della provincia di Napoli anagraficamente residenti a Novellara seppur irreperibili, sono finiti nei guai. I carabinieri di Novellara, a cui l’albergatore ha infatti sporto denuncia, con l’accusa di concorso in insolvenza fraudolenta hanno denunciato alla Procura reggiana la coppia.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Novellara i due dopo aver prenotato regolarmente un soggiorno nell’albergo per il periodo 28febbraio 7marzo, si presentavano in albergo alloggiando nella struttura. Il giorno 7 marzo i due riferivano all’albergatore della loro intenzione a prolungare il soggiorno sino al 13 marzo successivo accordandosi di pagare il dovuto la sera del giorno 11 quindi con due giorni di anticipo rispetto all’ulteriore prenotazione.

La sera dell’ultimo giorno l’albergatore notando la porta della camera della coppia aperta entrava all’interno verificando che i due avevano raccolto tutti i loro effetti ed erano andati via.

I tentativi di rintracciare la coppia al telefono sono risultati vani motivo per cui lo stesso si presentava ai carabinieri denunciando l’accaduto. Accertati i fatti e ravvisati a carico della coppia incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine ai reati di insolvenza fraudolenta i carabinieri della stazione di Novellara provvedevano a denunciare i due alla Procura reggiana.

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