Roberta Roberti: “Lavoratrici della Magnani Rocca risarcite. È solo un primo passo”

0

La consigliera del gruppo misto Roberta Roberti interviene sul caso Fondazione Magnani Rocca e le operatrici culturali che non si sono viste rinnovare il contratto.

“Certamente è una buona notizia che le operatrici museali abbiano vinto la vertenza con la Fondazione Magnani Rocca. – commenta la consigliera Roberti- Ma il risarcimento economico non può compensare né la perdita del lavoro di queste persone, né la situazione generale in cui versa chi lavora in tutti i settori culturali.

Ne è prova evidente ciò che è accaduto in questo, come in tanti altri casi non solo nel nostro territorio, ma in tutta Italia. Chi ha osato lamentarsi e chiedere di essere retribuito in modo un po’ più decoroso e adeguato non solo ai propri titoli, ma al proprio impegno e alle proprie mansioni è stato licenziato e i servizi museali sono stati messi a bando e vinti da una cooperativa che ora paga i suoi addetti alle medesime mansioni meno di quanto fossero pagate le operatrici prima della diatriba giudiziaria.

Di fatto, la Fondazione ci ha guadagnato: ha pagato un risarcimento, ma non ha dovuto reintegrare le operatrici sul posto di lavoro ed ha potuto scegliere una soluzione economicamente più vantaggiosa, purtroppo consentita dal sistema vigente. Ma i veri vincitori sono stati ancora una volta quei soggetti che, favoriti dalle attuali condizioni normative in materia di bandi, gare, appalti e convenzioni si aggiudicano tutti i servizi culturali e si permettono di imporre condizioni contrattuali e salariali davvero inaccettabili ai professionisti della cultura che lavorano per loro.

Come è emerso in modo evidente nell’incontro “Cultura al bando” del dicembre scorso, relatori provenienti da diversi territori e da diversi settori della cultura si sono detti concordi nel richiedere che venga profondamente rivista a livello nazionale la formulazione dei bandi per i servizi culturali, precisando qualifiche richieste, inquadramento contrattuale e minimo salariale per i dipendenti e subordinando l’ammissione alla gara ai soggetti aventi specifiche competenze nel settore richiesto. Detto in parole povere, non è possibile che una cooperativa multiservizi che si è sempre occupata di assistenza alla persona vinca i bandi della cultura grazie ai curricola della sua futura squadra, e poi quando ha vinto non riconosca loro né un adeguato salario, né un adeguato inquadramento contrattuale.

Per questo, voglio congratularmi con queste professioniste brave e coraggiose che hanno avuto finalmente soddisfazione nella vertenza difendendo la loro dignità professionale. E brava Francesca Benedetti della CISL, che le ha difese con tanta competenza e tenacia.

Ma il prezzo da pagare per poter difendere i loro diritti è stato alto: la perdita del lavoro.

Mi auguro che questa sentenza sarà di grande sostengo alla battaglia per la difesa dei diritti di tutti i professionisti della cultura. Ma è solo l’inizio: è necessario continuare a lottare affinchè sia modificata la legislazione a livello nazionale sia in ambito contrattuale, sia nella formulazione di bandi, gare e convenzioni”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here