No vax, Bonetti – “La libertà di non vaccinare rischia di uccidere chi non può scegliere”

1

“La tragica vicenda della bimba morta di pertosse a soli 20 giorni riporta l’attenzione sul tema della diffusione di malattie, per le quali esiste vaccinazione, data dal venir meno dell’immunità di gregge”.

Così Caterina Bonetti, consigliera comunale del PD, interviene sulla morte di una bimba  di 20 giorni per la pertosse. La riflessione è un attacco velato e razionale ai “no vax” e ai rischi che una scelta individuale può causare ai più deboli e alla società stessa. Un appello perché la libera scelta dei singoli finisca sempre dove inizia quella altrui.

“La scelta, a parole definita personale e di “libertà”, di alcune persone di non eseguire le vaccinazioni cosiddette obbligatorie – per sé o per i propri figli – aumenta le possibilità, per chi è troppo piccolo per potersi vaccinare o affetto da particolari patologie che causano immunodepressione, di contrarre l’infezione e rischiare così la morte.

L’Emilia Romagna ha fatto molto per tenere alta l’attenzione sull’obbligo vaccinale ed è stata fra le prime regioni ad imporre l’obbligatorietà per l’accesso alle scuole del territorio.

Anche a Parma ci auguriamo che alto resti l’impegno, in particolare dell’amministrazione locale, per aumentare la sensibilizzazione sul tema, non lasciando spazio a campagne di disinformazione dei cosiddetti “no vax”, né a possibili “escamotages”  per aggirare l’obbligatorietà dei vaccini per chi frequenta le scuole.    Escamotage che, di fatto, sono un rischio per la salute pubblica”.

1 commento

  1. La madre era stata vaccinata contro la pertosse in gravidanza per proteggere la bambina, e il vaccino non ha funzionato – come notoriamente spesso accade con questo vaccino; oltretutto il vaccino della pertosse, quando funziona, offre una protezione di durata molto breve, un paio di anni. Ma nonostante questo, si insiste con il mantra VACCINARE TUTTA L’TALIA come unica soluzione al contagio dei bambini piccoli, e la colpa di quanto accaduto è ovviamente di chi non lo fa.
    Ma qualcuno si è chiesto come una neonata di pochi giorni si sia presa la pertosse?
    Qualche pediatra aveva informato i genitori che i neonati non vanno mai portati in luoghi affollati?
    Che è indispensabile la coocoon strategy, per cui pochissime persone devono entrare in contatto con il neonato, e devono essere rigorosamente in buona salute e vaccinate per le malattie trasmissibili?
    Qualche medico lo dirà, un giorno, che in un centro commerciale, al ristorante o all’aperitivo delle diciotto i neonati non ci possono andare?
    Lo sapevano negli anni Cinquanta, quando dopo il parto mamma e bambino stavano a casa, accuditi dai familiari stretti e senza ricevere visite per quaranta giorni; perché nel 2019 ci ostiniamo a non farlo?

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here